martedì 29 marzo 2016

Quasi in tutta l'America Latina i cantanti italiani che si conoscono sono Laura Pausini, Ramazzotti, Andrea Bocelli.....e gli altri??
Sono cantanti che non rientrano nei miei gusti musicali, decisamente opposti, ma rispetto le loro corde vocali.
Ma alla fine ci sono cascata anch'io....sono salita sul quel treno delle 7.30 senza lui....Marco se ne andato via!!! 
Eccola la canzone della Pausini, La Solitudine, che è diventata testo di canto del mio piccolo gruppo di aula di italiano.
E' da settembre che do lezioni di italiano, come volontaria, nel centro educativo CECOM, in un bairro di Nova Contagem, bairro Estaleiro, uno tra più disagiati.
Sto continuando, anche se ne parlo poco.
Sono partita con 15 persone, adesso ho i miei fedelissimi 8/9 ragazzi/e che non si perdono un incontro.
Mi fa piacere e mi diverte. Niente lezioni di grammatica pesanti, io e la grammatica poi!... a volte è un incontro al buio!
Ci si diverte partendo dal quotidiano, dalle parole, dalle frasi, dai modi di dire, dalle canzoni, un incontro Italia-Brasile a livello culturale. Una partita che nasce sempre dalla voglia di conoscere, scoprire, "viaggiare" in un modo virtuale.
E ce bisogno di viaggiare qui, creare curiosità, stimoli, uscire da un ambiente che non aiuta a costruire. Tutto è saturo di droga e violenza.
L'insegnamento nelle scuole è molto basso, debole. C'è chi pensa che l'Italia si possa raggiungere in autobus o in quale parte di America si trova, oppure c'è chi mi dice:" parla la tua lingua, di una parola in inglese!".
Per la maggior parte del tempo i professori sono in sciopero o non vanno a scuola. Molti hanno paura. Può capitare di ritrovarsi un'arma puntata alla testa fatta di minacce e violenza, qui non si scherza, proprio no! Capisco la loro paura.
A volte in Espaço Esperança ascolto i commenti di alcune ragazzine che parlano di quello che succede nelle loro scuole, dai tentativi stupri a invasioni armate da parte di ragazzini che senza scrupoli cercano chi devono ammazzare.
E' una realtà cruda e sofferta, che si piega alle leggi del più forte.
Quando succede una sparatoria nessuna parla, nessuno denuncia, ma tutti sanno.
Chi ha cercato di farlo in un modo anonimo, con la polizia, l'anonimato si è trasformato in un nome e cognome che non esiste più.
Ma sono partita scrivendo di quel treno delle 7.30.....poi mi sono persa descrivendo questa realtà periferica, così forte e importante, la realtà che si vive nei nostri bairros.
Ogni venerdì sera, coprifuoco permettendo, c'è il mio incontro con i ragazzi/e del gruppo di italiano, "viaggiamo", discutiamo, CANTIAMO la Pausini and company!
E scherzando riflettiamo per cercare di aprire finestre dentro aule piene di paure.

Camminando a piccoli passi.






domenica 27 marzo 2016

sabato 26 marzo 2016

Le separazioni fanno male, molto male.
Sono come coltellate sulla carne viva, tagliano un pezzetto di te e te lo portano lontano.
Rimane quella saudade che incornicia i pensieri in un vecchio album di ricordi.
Sarà che le ho sempre vissute come se fossero abbandoni, anche se non è così, forse perchè frutto di arcaiche ferite che ritornano inconsapevolmente a galla.
Quando poi ci sono di mezzo grandi distanze, che solo la tecnologia può accorciare, tutto ha un sapore pungente e amaro.
Oggi una grande amica che ha camminato con me un pezzo di strada missionaria, parte per la "sua" missione...sua perché era il suo sogno....l'Africa!
La felicità si mescola alla tristezza per non avere più con me una compagna di viaggio che ha saputo togliersi i sandali e camminare a piedi nudi in un terreno pieno di spine.
Abbiamo camminato a piedi nudi sostenendoci a vicenda, curando le ferite una dell' altra, facendoci coraggio e difendendo il nostro impegno missionario, credendo sempre in questo.
Non credo a chi dice che non esistono amicizie in missione, non è vero, non è così.
Posso essere solo grata a questa grande amica che mi ha insegnato ad accogliere la povertà dell'altro, quando l'altro feriva e giudicava, accogliere la sua piccolezza, non per ferire a sua volta, ma per amarla o per lo meno rispettarla. Fare del cuore un luogo di misericordia nonostante la cattiveria ricevuta. In missione si vivono anche situazioni comunitarie fatte di fofoca (pettegolezzo), bugie, gelosie, sopportazioni, che inquinano l'aria che si respira e tutto diventa pesante, irrespirabile!
Quando incontri in mezzo a tutta questa "polvere velenosa" qualcuno che ti insegna a come respirare o tentare di respirare non puoi che essere grata e camminare insieme.
Ed è bello camminare insieme, nasce un'amicizia che è vera, sincera e che è "sana".
Ora le nostre strade si dividono, per questo parlo di separazione.
Spero di aver imparato bene, da lei, come ritagliarsi quella bombola di ossigeno che aiuta a respirare!
Penso anche al Comboni a quante cose ha sopportato, calunnie, offese, menzogne, molte cose contro, ma fedele, fedelissimo alla sua missione. Pensare al Bene aiuta a creare ossigeno, togliere l'aria cattiva per ossigenarla...darle vita.
L'amicizia esiste in missione e la riconosci a quel Bene che si cerca di costruire.....insieme.
Ora quell' "insieme" sarà in due continenti lontani, lei in Africa, io qui in Brasile, ma sempre connesse a quell'ideale missionario, comunitario che ci ha fatto scegliere da che parte stare e come stare.
Grazie Priscilla.









giovedì 17 marzo 2016

Golpe o non Golpe?

13/03/2016
Il Brasile sta vivendo una profonda e grave crisi.
Ieri c'è stata l'ennesima manifestazione nelle principali città brasiliane, da S. Paulo, Salvador, Rio de Janeiro, Belo Horizonte. Migliaia di persone si sono riunite in piazza per chiedere le dimissioni della presidente Dilma Rousseff, accusata dall'opposizione di essere la causa principale dell'attuale crisi economica del paese e di essere coinvolta con il PT (partido dos trabalhadores) e con l'ex presidente Lula di corruzione.
Ebbene si, il Brasile dopo le elezioni del 2014, che hanno visto la secponda vittoria di Dilma, sta passando una crisi economica e politica non indifferente. Una crisi che sta viaggiando insieme allo scandalo di corruzione del gruppo petrolifero brasiliano Petrobras.
Crisi economica, politica, corruzione.....oltre ai virus Zika, Chikungunya e Dengue che stanno creando una vera e propria epidemia nel paese (virus trasmessi dalla puntura della zanzara).
Sta soffrendo molto questo "gigante verde" con un aumento dei prezzi e del valore della vita (sta aumentando tutto....) con una disoccupazione che sta crescendo e mettendo a rischio le classi più disagiate. L'economia continua ad essere dipendente dagli interessi del capitale straniero e non risponde alle necessità della popolazione. Un economia che ha visto il calo dei prezzi delle materie prime, una diminuzione degli investimenti esteri, tagli alle spese e un sistema politico bloccato dai numerosi casi di corruzione.
Dilma ha visto perdere il consenso dalla maggioranza della popolazione, il 92% non riconosce rappresentatività né legittimità ai politici.
Ma chi stava manifestando ieri? Classe media, bianca, borghese, con un buon salario, contraria certo alla corruzione, ma anche a quelle riforme sociali che hanno visto un miglioramento delle condizioni di vita di quella parte della popolazione che vive ai margini.
Riforme sociali che devono continuare, che devono ancora migliorare e soprattutto nascere.
C’è da dire, anche, che il PT è responsabile di molte cose che non sono state molto in sintonia con la sua ideologia di sinistra, molti casi di corruzione, alleanze con i settori conservatori, forse un abbandono della lotta ideologica in cambio di una governabilità vacillante.
Molti dicono che stiamo vivendo un tentato golpe, più sofisticato, non in stile 1964 con truppe militari che marciano per le strade. La tecnologia e i mezzi di comunicazione sanno bene come orientare una campagna aperta contro partiti, persone, idee e istituzioni, sanno come camuffare le informazioni e addormentare i pensieri con il riciclo delle telenovele.
C’è anche una seconda lettura che è stata fatta per tentare di capire le motivazioni di tanta ostilità contro Dilma e il suo governo, una lettura più politica, più dettagliata, che non si ferma solo alla corruzione.
Il Brasile fa parte dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) che hanno iniziato ad assumere una rilevanza economica non indifferente rispetto ad Europa e Stati Uniti, in profonda crisi.
I BRICS  creano istituzioni internazionali che permettono e possono permettere che questi paesi che lo compongono possano tracciare un cammino di indipendenza economica rispetto ad Europa e Stati Uniti. In America Latina sono stati eletti governi, negli ultimi 15 anni, che recuperano la sovranità sopra le ricchezze, che migliorano la vita delle persone (accesso alla salute, educazione, informazione), sono state create istituzioni importanti senza la presenza dell'America e dell' Europa che permettono lo sviluppo e il rafforzamento dell’America Latina. 
La presenza brasiliana e cinese in Africa cresce ecc…ecc…ecc…questi sono alcuni fatti.
Domandona che nasce da queste riflessioni: di fronte a questa concorrenza economica e di potere dentro un sistema capitalista, sarà che Europa e Stati Uniti non hanno accettato di buon grado questa nuova congiuntura nata nei BRICS?
Se fosse così, ecco destabilizzare governi e creare malcontento nella popolazione, creando disagio e scelte che in apparenza sembrano popolari, ma che in realtà sono ben studiate e guidate….sarà?
Intanto qui ci sono continue manifestazioni chi pro chi contro il governo, con slogan, pentole usate come tamburi di protesta (specie nei palazzi bene), bandiere che sventolano, gente nelle piazze.
Oggi Dilma ha dichiarato che si sta violando la Costituzione con registrazioni telefoniche tra lei e Lula messe in pubblico e sbandierate nei giornali e televisioni.
“Questi metodi golpisti non mi faranno fare un passo indietro”.
Io sto con la Presidente e domani parteciperò a favore del governo, contro la corruzione sì, ma in difesa della democrazia.
Domani si scende ancora in piazza.

Parteciperò con un piccolo gruppo di persone di Nova Contagem, tra cui la mia vicina di casa, donna Neuza, contestatrice nata e difensora del PT.




giovedì 10 marzo 2016


"Questa è la mia vita se entri chiedimi permesso".
E ci entri nelle vite dei detenuti, chiedendo permesso e battendo piano la porta.
Ci entri ascoltando le loro storie, telefonando alle famiglie, visitandoli continuamente.
Ci entri in punta di piedi, con voce sottile, ma con orecchie grandi che servono per ascoltare storie che si depositano nella testa e nel cuore.
Impari a costruire un archivio mentale dove raccogliere nomi, fatti, immagini, volti.
Un archivio che non ha orari di ufficio, che non ha orari, pulsa nella tua memoria e nei tuoi pensieri ripetutamente.
E' da ieri che in questo archivio continua a passarmi nella testa l'immagine di H., detenuto della NH.
Proprio ieri un'altro detenuto mi ha avvisato della sua morte, infarto fulminante, dicono.
Una notizia che mi ha rattristato molto, arrivata come un fulmine a ciel sereno.
Conoscevo H., parlavo e scherzavo con lui, aveva partecipato al gruppo di catechesi dell'anno scorso ed ero entrata in contatto con la figlia, invitandola a far visita a suo padre.
H. era una vecchia presenza nella NH, con un passato pesante e ingombrante, un passato da saper accogliere su spalle forti e robuste..... perché è così che devono essere le tue spalle quando entri in una prigione.
Si è sentito male giocando a calcio, accasciandosi a terra e chiedendo soccorso.
Peccato che non c'è un medico alla NH e i soccorsi arrivano quando il tempo non ha più speranze.
Continuo a ripetere nei discorsi o in qualche riunione perché non esiste un medico in quella prigione con quasi 2000 detenuti, con una voce che cerca di smuovere un indifferenza che si scandalizza per qualche minuto, ma che poi si assopisce e che tace come se niente fosse. Ho chiesto anche a chi di dovere, con gentilezza e cordialità (con le autorità è importante saper dialogare e mediare, soprattutto quando hanno potere), ma la risposta è stata che è Brasilia che non manda medici e che non posso farci niente. Non credo tanto in quel "non farci niente".
Se ci fosse stato un medico sul momento, se ci fosse stato un soccorso immediato forse H. sarebbe ancora vivo? si sarebbe salvato?
Non si possono fare molte domande in certi luoghi, solo accettare le risposte che ti vengono offerte, ma che riempi di dubbi e di indignazione.
Ho una foto fatta con H. in un giorno di messa alla NH, una foto che mi chiedeva sempre di mostrargli, io rimandavo e rimandavo la cosa, ora so che quella foto sarà per sempre mia.
Ciao H.

Mi è venuta in mente questa canzone pensando a lui:
"strade troppo strette e diritte per chi vuol cambiar rotta
oppure sdraiarsi un po'.
Che andare va bene però, ma a volte serve un motivo...un motivo.
Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai....."



Direitos dos Presos. Diritto dei detenuti
E' diritto del detenuto avere un assistenza attraverso la figura di persone professionali e specializzate nell'area della salute: medici, infermieri, dentista, psicologo, nutrizionista, altri.
Se per caso fa uso di medicamento, ha a diritto continuare il trattamento.
Chi fa uso di droga ha il diritto in condizioni di astinenza di una trattamento medico adeguato.
"La salute è un diritto di tutti, dovere dello Stato".