martedì 24 febbraio 2015

A  F.  mancava un mese per compiere 19 anni, scavalcare la breve montagna di giorni che lo separavano per spegnere le sue 19 candeline. Ma niente torta, niente canzone di "Parabens" (auguri), niente data da festeggiare in questo 2015, se non il ricordo per i famigliari e gli amici dei 30 tiri di arma da fuoco in mezzo alla strada, alle 18 di sera.
F. è uno dei tanti adolescenti che muoiono per le strade di Contagem, di Betim , di Sabarà, del Minas Gerais. Belo Horizonte e dintorni è l'ottava capitale del Brasile più violenta per omicidio di giovani e  il numero sta aumentando, superando città importanti come Rio de Janeiro e S. Paulo.
 Dal 2010 al 2014 la percentuale di omicidi è cresciuta del 40%.
 Contagem, dove abito, è la quinta città del Minas con un tasso elevato di adolescenti (dai 12 ai 20 anni) morti ammazzati.
 Donna N. vive in Contagem con i suoi 6 figli, che vanno dai 1 a 20 anni, in una casa di mattoni di sole due stanze. Sei mesi fa il figlio di 16 anni è stato ammazzato con due tiri di arma da fuoco, era coinvolto in un giro di cocaina e aveva iniziato a rubare, ma in questi bairros (quartieri) non si accettano errori e chi non sta alle regole del gruppo o della gang viene eliminato o paga, non importa se ha 12, 13 anni o 15 o 16....paghi con la morte e senza pietà, come le 30 pallottole sul corpo di F.
Tempo fa ho partecipato ad un velorio (veglia funebre) del marito di una signora che conoscevamo. E' il settimo velorio che partecipo nel giro di un anno. La morte sta diventando qualcosa di così abitudinario, che il toccarla con mano e il vederla così da vicino mi porta a pensarla come S. Francesco: "Sorella Morte" e forse non fa più paura. In quel velorio del marito di M., nella stanza accanto si stava celebrando un'altro velorio, quello di un ragazzo, conosciuto di vista, ammazzato per regolamento di conti. Il suo corpo era pieno di ferite con un viso che descriveva la paura degli ultimi momenti di vita. Le sue mani piene di buchi in un tentativo di difesa. Ho cercato di immaginare la scena e immaginare quella paura. Mi sono avvicinata alla bara per pregare e salutarlo, ma subito mi son sentita dire di uscire dalla stanza, che non era bene stare li dentro per possibili rappresaglie. Perchè anche questo può succedere qui, uccisioni anche nelle veglie funebri. Vendetta su vendetta, violenza con violenza, senza nessuno rispetto, neanche nel momento del dolore e del silenzio.
 La maggior parte dei giovani di questa periferia muore così, senza neanche la possibilità di veder realizzato qualche sogno. F. per es. come raccontava la sua mamma era appassionato di automobili, suo sogno era comprarne una.
Viviamo in una zona completamente in mano al traffico di droga, le "bocas de fumo" (zona di spaccio) sono dappertutto, questa è la realtà delle favelas, questa è la realtà di queste periferie ai margini delle città e a volte dentro la stessa città. Capita anche di morire per sbaglio per colpa di una pallottola persa, quella tirata durante un inseguimento con la polizia o in un tentativo di vendetta.
 Sì, si  muore anche per sbaglio e molte volte sono bambini che giocano in mezzo alla strada.
Cambiare la realtà? Non è facile, perchè c'è accettazione, c'è paura, c'è complicità, c'è rassegnazione, c'è convivenza con la stessa violenza, c'è abitudine. Pochi sono i programmi da parte dell'amministrazione pubblica per risanare queste aree periferiche e a volte non sono sufficienti. Qui a Contagem c'è un programma che si chiama "Fica Vivo" (stai vivo) rivolto ai giovani del bairro. Fica Vivo propone attività culturali e sportive in quartieri con un'alto indice di criminalità e a volte dà alcune conferenze su tematiche giovanili, ma poca è la partecipazione, molto poca.
Il nostro gruppo Testemunhas da Esperança, nella casa Comboniana, è un'altra piccola testimonianza di cambiamento, un gruppo di auto-aiuto per le famiglie con figli/famigliari che fanno uso di droga/alcool. Sono molto fiera di questo gruppo, piccolo ma importante. Lavoriamo con le famiglie di questi bairros, sperando che queste possano poi "lavorare" dentro le mure domestiche. La nostra è una politica di piccoli passi, perchè solo così ti puoi muovere qua, piccoli, piccolissimi ma significativi passi, che possano aiutare ad aprire un cammino, in una realtà così dura, violenta, marginalizzata che pare non sappia costruire futuro.

      Belo Horizonte e le sue favelas

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