lunedì 20 aprile 2015

Incontrare una ragazzina di 18 anni dietro le sbarre, in carcere, in attesa di essere giudicata.
Ha l'aspetto di una bimba, piccola, minuta e fragile. Si differenzia da tutte le altre compagne di cella, proprio per questo suo aspetto infantile e delicato. Dorme su un materasso per terra, come tutte le altre, in una cella buia, male odorante e sovraffollata. Le donne/ragazze del Ceresp convivono così, in queste condizioni, fino al giorno in cui verranno giudicate e condannate per il reato commesso o lasciate libere se il giudice lo riterrà opportuno. Nell'attesa stanno chiuse in una cella con i pensieri rivolti ai figli, alla famiglia e a quell'ansia per un futuro incerto, ma carico di speranza e di "possibilità". Ed è proprio quella speranza che le porta a dirci " benedicimi le carte del processo, domani ho la sentenza" e ti allungano una pila di fogli che pare mangiarti gli occhi, piena di codici, date e articoli penali. E questa ragazzina e lì, in attesa del suo futuro, in uno spazio che la costringe a farsi ancora più piccola di come già è, in uno spazio che non esiste, ma che creiamo con le parole e con l'incontro, che ritagliamo in un tempo limitato, ma fatto di ascolto e di vita che si racconta.
Se penso che in Brasile si sta discutendo di abbassare l'età penale a 16 anni, di aprire le porte del carcere ad un' età dove ancora non sai chi sei, dove "giochi" a fare l'adulto, ma non sei adulto....assolutamente NO, sono contraria. Forse non avete idea di come sono certe prigioni, di come si vive o si sopravvive dentro quei muri, della violenza che si perpetua, della dignità calpestata, della criminalità che fa da padrona in certi padiglioni. Non educa questo tipo di prigione, punisce e ferisce.
Non è la soluzione contro la criminalità minorile, non è la soluzione abbassare l'età.
Mi immagino una ragazzina dentro il Cereps, in questa anticamera della prigione, mi immagino cercare il suo spazio in quel pavimento, freddo, sporco, inospitale o un ragazzino dentro le celle della NH, alla mercè di chi comanda....mi vengono i brividi.
Spero che non passi questa proposta, spero che la ragione possa "illuminare" chi ha il potere di firmare su carta questa autorizzazione. E' strano, tutti sanno come funzionano le carceri qui, che tipo di realtà si incontra, come funzionano.....possibile che non avvenga questa "illuminazione"?
Si vuole educare o si vuole punire? si vuole contrastare la recidività dei crimini o si è complici nel rafforzarla? creare giustizia o perpetuare ingiustizia?
Io continuerò a stare dalla parte dove si può creare "incontro", dove si cerca la persona e non il suo crimine, dove si possono aprire spazi di "possibilità", dove si può crescere e cambiare.
Tante cose mi porto sempre dietro uscendo dal Cereps, non solo l'odore forte e violento di quelle stanze, di quel corridoio che attraversi per incontrare le celle. Oggi mi porto via un pò della storia di quella ragazzina di 18 anni, che forse rivedrò, quando tornerò a far visita o forse no. Spero che quel piccolo spazio creato insieme, possa aiutarla a crearne uno più grande dentro di sè, dove imparare ad abbracciarsi ed abbracciare la Vita, nella sua bellezza e tenerezza, nonostante tutto.....nonostante tutto.

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