lunedì 8 febbraio 2016


Mi sto perfezionando.....più o meno!
Altro cattura sogni fatto da me.
Mi è venuto in mente questo nuovo progetto che ho condiviso con l'assistente sociale del Ceresp (centro di detenzione temporaneo femminile): Tessere sogni!
L'idea è attivare un'attività di artigianato, come la costruzione di cattura sogni, all'interno del Ceresp per aiutare le detenute a occupare il tempo e imparare una piccola attività artistica/creativa. 
La condizione delle detenute in questa prigione è veramente pessima, hanno solo 1 ora di sole per stare nel patio e a volte solo in giorni alterni. Tutto il tempo è passato dentro la cella, con una convivenza di 15/ 18 persone, in uno spazio scuro, piccolo, con un pavimento coperto di materassi, dove dormono.
L'odore nelle celle è sempre molto forte, acre e nauseante, ti aggredisce ancora prima di entrare a far visita, difficilmente lo dimentichi quando esci di lì, è come se ti entrasse nella pelle e ti investisse con il suo "dolore". 
Il Ceresp è un luogo difficile, già nei mie appunti passati ne ho parlato, con una situazione che non cambia, anzi peggiora.
E proprio in vista di questo peggioramento cerco sempre di "indagare" parlando con le detenute se ricevono cure adeguate, visite familiari, se hanno la possibilità di cambiare l'uniforme e curare la propria igiene personale (molte hanno problemi di infezioni intime e di epidermide) se......
Il livello di depressione è molto alto, ma chi non lo avrebbe in una struttura simile, dove le ore passano nel nulla e ci si annulla o meglio ti annullano. Quando esco dal Ceresp non riesco a dimenticare chi ho incontrato, non riesco a rimanere indifferente alle situazioni difficili e pesanti che queste giovani donne recluse sono costrette a vivere. 
L'idea di tentare di portare una piccola attività di artigianato, mi sembra una piccola boccata d'aria in un posto così soffocante e malsano, un posto così umiliante.
L'assistente sociale mi ha invitato a scrivere un progetto da proporre al direttore del posto, anche se mi ha messo in guarda sulla difficoltà di far accettare una proposta in un luogo di passaggio come il Ceresp. Le detenute possono rimanere in questa struttura dai 3 ai 5 mesi, in attesa della sentenza del giudice che deciderà il loro trasferimento in una prigione definitiva. 
 C'è poi la questione del materiale, non si possono portare dentro oggetti che possono essere pericolosi. Anche i fili che si intrecciano per il cattura sogni possono essere una minaccia...
Tante cose devono essere ben studiate e spiegate per essere approvate.
Ma l'idea del tessere sogni, così come mi è venuto da chiamare questo progetto, è un modo per tentare di valorizzare un tempo che non sia perso, un tempo per costruire pensieri positivi che possano dare coraggio e speranza in quell'attesa da limbo che è piena di ansia e tristezza. 
Ci proverò a scriverlo, ci proverò!



Ieri Raylene mi ha invitato a visitare i gruppi dei giovani in due Comunità.
Lei e padre Agostino stanno tentando di animare la pastorale della gioventù nelle 13 comunità di Nova Contagem. Cosa non facile a causa della scarsa partecipazione e interesse da parte di questi, in un ambiente periferico dove la maggior parte dei giovani è coinvolto in traffico di droga e criminalità. Nella prima comunità non si è presentato nessuno.....grande delusione.....nella seconda, graças a Deus, un piccolo e timido gruppo di 12 persone. 
Una timidezza che ha bisogno di essere animata e incoraggiata, perché carica di potenzialità e scoperte. L'ambiente dove viviamo non offre molto e la grande distanza dalla città, priva la possibilità di partecipare ad iniziative e offerte culturali che sarebbero stimolanti e arricchenti.
Il nostro territorio è costituito da persone semplici, molto semplici, la maggior parte ha un istruzione molto bassa. Frequentando Belo Horizonte, la capitale, per motivi di impegni, vedo la differenza tra il "popolo" della periferia, della favela e  il popolo del centro città. 
Una differenza marcante voluta, anche, da politiche sociali che creano divisione, separazione e non inclusione e possibilità. Tutto porta ad un senso di inferiorità e poca autostima che trascina verso il basso e a volte da quel basso non si vuole risalire, lo si accetta o lo si peggiora.

Ma tornando alla semplicità delle persone, mi accorgo quanto questa mi manca quando sono in altri contesti, quanto è "libera" e sincera nelle sue relazioni e nella sua umanità. 
E come è capace di resistere e saper creare comunità contro un sistema che crea disuguaglianze, differenze ed esclusione. La superiorità economica e intellettuale ha poco valore di fronte a questa semplicità, che sa accogliere, aprire le braccia, spiegare la vita con gesti semplici e concreti, senza tante parole. Forse la vita ha bisogno di questo...poche parole e più braccia che sanno aprirsi all'altro.




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