lunedì 22 febbraio 2016

Casa Comune, nostra responsabilità.



"Si è soliti dire che la storia è il breviario dei re. Dal modo con cui i re governano, si vede bene che il loro breviario non serve a nulla".
Sono parole di Louis De Rouvroy De Saint Simon, le prendo in prestito per presentare e incollare sul mio taccuino questo video che parla dell'importanza della nostra Casa Comune, attraverso le parole di Papa Francesco. Si dice che la storia insegna, che aiuta a fare memoria degli errori commessi, proprio per non commetterli più! Nelle pagine del breviario della storia umana strappiamo pagine che ci permetterebbero di adottare comportamenti che aiuterebbero a condurre una vita giusta.....quelle pagine le strappiamo o le ignoriamo completamente. Ancora continuiamo a sbagliare.
Casa Comune, nostra responsabilità.



domenica 14 febbraio 2016




100 giorni di maggior crimine ambientale nella storia del Brasile.
17 persone morte, una comunità intera distrutta, fango tossico che devastò il fiume Rio Doce camminando per 600 km fino ad arrivare nell'Oceano Atlantico e contaminarlo.
100 giorni senza nessuno piano concreto di recuperazione del fiume Rio Doce
100 giorni di impunità assoluta.

Il 5 novembre del 2015 era una giornata tranquilla e pacata nella comunità di Bento Rodrigues, piccola cittadina nell'interior del Minas Gerais con appena 600 abitanti. Quel giorno alle 16.30 di un caldo e luminoso pomeriggio i cellulari degli abitanti iniziarono a suonare incessantemente, come urla provenienti da lontano. Urla che avvisavano della rottura della diga che conteneva fango di rigetto dell'impresa mineraria Samarco (impresa Vale). 
Urla che avvisavano che un fiume di fango ad una velocità spaventosa, si stava dirigendo in quella Comunità e che da lì in poi avrebbe investito altre comunità, riversandosi nel fiume Rio Doce, fino ad arrivare all'Oceano, contaminandolo.
Una onda di fango tossica alta 15 metri in piena violenza e distruzione. 
Violenza che ha distrutto per sempre un fiume, una vegetazione, una fauna, una comunità, lasciando un fango rosso che non permette più di creare vita.
100 giorni sono passati e ancora tutto è rimasto impunito, la notizia si è lasciata alle spalle come se fosse  qualcosa che riguarda il passato e di cui non ci si deve più occupare, per tornare a vivere in una "apparente" e falsa normalità.
Ma la normalità è quella dell'ingiustizia, la normalità è quella che regna nei profitti di questa multinazionale ( Vale e company) che ancora non ha pagato la sua irresponsabilità per quello che ha commesso. Di fronte a questa grave situazione il governo brasiliano non ha mai trattato l'accaduto come uno stato di emergenza, lasciando a questa impresa il compito di risolvere la questione con i suoi mezzi, i suoi avvocati, il suo comando operativo di ingegneri e ricercatori....i suoi guadagni e interessi. 100 giorni sono passati e ancora il lutto è grande e impunito.
Nel 2013 una commissione sentenziò l'irregolarità della diga a causa di un aumento di erosione del terreno che metteva a rischio la sicurezza della diga stessa.(fonte risalente all'articolo di Marcus V. Polignano, nella rivista Manuelzão, UFMG)
Come dire "non aprite quella porta".....un annuncio della pericolosità causato da un incessante sfruttamento del territorio. Nell'ora del disastro si è scoperto che l'impresa non aveva nessun piano di emergenza da essere azionato e che non erano mai state prese misure di sicurezza.
Nel Minas Gerais esistono 754 dighe che contengono fango di rigetto dell'industria mineraria e di queste 42 non hanno nessun attestato di sicurezza! (fonte risalente all'articolo di Marcus V. Polignano, nella rivista Manuelzão, UFMG)
Corruzione, falsi bilanci, falsi controlli, interessi ben pagati....ecc...ecc...ecc..
Stiamo parlando di imprese multinazionali che fatturano miliardi.
Le imprese minerarie e la politica sono sempre andate a braccetto come due vecchie compagne, alleate con un sistema che crea profitti e guadagni, ma non per il bene della popolazione, ne per la nostra Sacra Terra.
Questo disastro ambientale che ci coinvolge tutti, perché i danni non sono solo locali, ma anche mondiali, è e sarà sempre una cicatrice aperta nella storia di questo paese.
Danni irreparabili e permanenti, come la perdita di vite umane e di un ecosistema che non sarà più lo stesso.
La campagna di fraternità di questo anno della chiesa brasiliana ha come tema: Casa Comune, nostra responsabilità.
«Scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne» 
(Am 5, 24).
La Casa Comune è la nostra Terra, una casa così maltrattata e sfruttata. 
C'è bisogno di lavorare sopra una cultura ecologica che la sappia difendere, amare e curare e tutti noi siamo responsabili in questa cura.
E nel prendersi cura bisogna anche contrastare un sistema capitalista che sfrutta, uccide e crea disuguaglianze collocando in primo luogo il denaro al valore della vita.
100 giorni sono passati, 100 giorni non sono stati dimenticati, ne continuerò a dimenticare, ne dobbiamo dimenticare, non possiamo costruire il futuro con un presente zoppicante e malato, ne dobbiamo smettere di denunciare.
Casa comune: nostra responsabilità



L'estrazione di minerali, oro da parte delle società minerarie non fa che squarciare a cielo aperto le montagne del Minas Gerais (qui sotto alcune immagini), così come in altri paesi del mondo.
Durante i processi di estrazione e lavorazione dei metalli vengono usati reagenti chimici altamente pericolosi, che contaminano suolo e falde acquifere, che creano dighe di rigetto di materiali tossici (diga di Mariana) che mettono a rischio popolazione e comunità.
Duole il cuore a vedere queste voragini così aperte.....per sempre aperte. 




























lunedì 8 febbraio 2016


Mi sto perfezionando.....più o meno!
Altro cattura sogni fatto da me.
Mi è venuto in mente questo nuovo progetto che ho condiviso con l'assistente sociale del Ceresp (centro di detenzione temporaneo femminile): Tessere sogni!
L'idea è attivare un'attività di artigianato, come la costruzione di cattura sogni, all'interno del Ceresp per aiutare le detenute a occupare il tempo e imparare una piccola attività artistica/creativa. 
La condizione delle detenute in questa prigione è veramente pessima, hanno solo 1 ora di sole per stare nel patio e a volte solo in giorni alterni. Tutto il tempo è passato dentro la cella, con una convivenza di 15/ 18 persone, in uno spazio scuro, piccolo, con un pavimento coperto di materassi, dove dormono.
L'odore nelle celle è sempre molto forte, acre e nauseante, ti aggredisce ancora prima di entrare a far visita, difficilmente lo dimentichi quando esci di lì, è come se ti entrasse nella pelle e ti investisse con il suo "dolore". 
Il Ceresp è un luogo difficile, già nei mie appunti passati ne ho parlato, con una situazione che non cambia, anzi peggiora.
E proprio in vista di questo peggioramento cerco sempre di "indagare" parlando con le detenute se ricevono cure adeguate, visite familiari, se hanno la possibilità di cambiare l'uniforme e curare la propria igiene personale (molte hanno problemi di infezioni intime e di epidermide) se......
Il livello di depressione è molto alto, ma chi non lo avrebbe in una struttura simile, dove le ore passano nel nulla e ci si annulla o meglio ti annullano. Quando esco dal Ceresp non riesco a dimenticare chi ho incontrato, non riesco a rimanere indifferente alle situazioni difficili e pesanti che queste giovani donne recluse sono costrette a vivere. 
L'idea di tentare di portare una piccola attività di artigianato, mi sembra una piccola boccata d'aria in un posto così soffocante e malsano, un posto così umiliante.
L'assistente sociale mi ha invitato a scrivere un progetto da proporre al direttore del posto, anche se mi ha messo in guarda sulla difficoltà di far accettare una proposta in un luogo di passaggio come il Ceresp. Le detenute possono rimanere in questa struttura dai 3 ai 5 mesi, in attesa della sentenza del giudice che deciderà il loro trasferimento in una prigione definitiva. 
 C'è poi la questione del materiale, non si possono portare dentro oggetti che possono essere pericolosi. Anche i fili che si intrecciano per il cattura sogni possono essere una minaccia...
Tante cose devono essere ben studiate e spiegate per essere approvate.
Ma l'idea del tessere sogni, così come mi è venuto da chiamare questo progetto, è un modo per tentare di valorizzare un tempo che non sia perso, un tempo per costruire pensieri positivi che possano dare coraggio e speranza in quell'attesa da limbo che è piena di ansia e tristezza. 
Ci proverò a scriverlo, ci proverò!



Ieri Raylene mi ha invitato a visitare i gruppi dei giovani in due Comunità.
Lei e padre Agostino stanno tentando di animare la pastorale della gioventù nelle 13 comunità di Nova Contagem. Cosa non facile a causa della scarsa partecipazione e interesse da parte di questi, in un ambiente periferico dove la maggior parte dei giovani è coinvolto in traffico di droga e criminalità. Nella prima comunità non si è presentato nessuno.....grande delusione.....nella seconda, graças a Deus, un piccolo e timido gruppo di 12 persone. 
Una timidezza che ha bisogno di essere animata e incoraggiata, perché carica di potenzialità e scoperte. L'ambiente dove viviamo non offre molto e la grande distanza dalla città, priva la possibilità di partecipare ad iniziative e offerte culturali che sarebbero stimolanti e arricchenti.
Il nostro territorio è costituito da persone semplici, molto semplici, la maggior parte ha un istruzione molto bassa. Frequentando Belo Horizonte, la capitale, per motivi di impegni, vedo la differenza tra il "popolo" della periferia, della favela e  il popolo del centro città. 
Una differenza marcante voluta, anche, da politiche sociali che creano divisione, separazione e non inclusione e possibilità. Tutto porta ad un senso di inferiorità e poca autostima che trascina verso il basso e a volte da quel basso non si vuole risalire, lo si accetta o lo si peggiora.

Ma tornando alla semplicità delle persone, mi accorgo quanto questa mi manca quando sono in altri contesti, quanto è "libera" e sincera nelle sue relazioni e nella sua umanità. 
E come è capace di resistere e saper creare comunità contro un sistema che crea disuguaglianze, differenze ed esclusione. La superiorità economica e intellettuale ha poco valore di fronte a questa semplicità, che sa accogliere, aprire le braccia, spiegare la vita con gesti semplici e concreti, senza tante parole. Forse la vita ha bisogno di questo...poche parole e più braccia che sanno aprirsi all'altro.




lunedì 1 febbraio 2016


Il mio primo cattura sogni (filtro dos sonhos) fatto con le mie mani.
 Dopo vari tentativi, dopo aver respirato profondamente ogni volta che sfilavo i punti errati, dopo aver praticato l'arte della pazienza....ecco la mia prima opera!!!
La cosa bella e interessante quando cerchi di realizzare questo filtro dei sogni è pensare un pensiero positivo, un pensiero bello, buono, altruista, che guida il tuo lavoro e ti accompagna in ogni punto che che fai. 
Da quando vivo in Brasile sto imparando molti lavoretti di artigianato. Sono lavori realizzati da gruppi di donne o da ragazze del posto, lavori che vendono e che aiutano nel bilancio familiare o personale. 
Anche qui in casa Raylene (lmc) sta cercando di vendere il filtro dei sogni che realizza. 
E' diventata proprio brava e sta insegnando anche a me e Priscilla (lmc).

                                          Lavori di Raylene



L'idea è di venderli per aiutare Priscilla che partirà in missione per il Mozambico.
Ci stiamo un pò mobilitando per questa partenza, che è nata come una sorpresa bella, inaspettata, ma coltivata e desiderata nei pensieri di Priscilla.
L'Africa come grande sogno che per lei si realizza, come prima grande missione ad gentes. 
L'Africa del Comboni, l'Africa nel cuore, l'Africa che è motivo che ci spinge ad uscire....uscire in ogni dove e in ogni luogo.
Per questa partenza, qui in casa (Io, Lourdes, Raylene) ci stiamo preparando tutte, dall'aiutare nella logistica, nella parte economica, nella preparazione della messa di invio....  e in particolare io mi sto preparando a "separarmi" da una cara amica. Ma sono felice per lei e condivido questa sua felicità, questo suo sogno, questo suo desiderio missionario. Chi parte e chi è partito conosce le emozioni che si provano, conosce i battiti del cuore che accelerano quando la data si fa prossima, quando i pensieri disegnano immagini del luogo dove si andrà, delle persone che si incontreranno, i battiti del cuore che danzano ad un ritmo di gioia e di paura.....un cuore che batte così forte!
Uscire, lasciare casa, lasciare lavoro, lasciare tutto, lasciare le proprie sicurezze, per una fede che ti fa camminare scalza nelle strade del mondo, ma piena di Amore e di Gratitudine per questo andare.
Uscire per andare Incontro.

Priscilla ha scritto una bella poesia sul significato della nostra scelta pensando al Comboni:
 Comboniar-mi
in ogni volto diverso
che con passi lenti o veloci si avvicina a me.
Comboniar-mi 
quando al tramonto le tue braccia notturne in un sonno leggero vengono a consolarmi.
Comboniar-mi
quando l'oscurità, il freddo o le tenebre tentano di tirarmi via da Te.
Comboniar-mi quando liberamente scelgo di lasciare padre, madre e amici
e solamente contare su di Te. 
Comboniar-mi è avventurarmi nei tuoi passi lasciandomi nelle tue mani modellarmi.
Comboniar-mi prendendo nelle tue mani ferite e spine
e nel Tuo Amore lasciarmi curare.
Comboniar-mi è....
incontro di umanità che si raggiungono
che si investono
che si perdonano
che si toccano
e... in una comune unione
si consegnano a Te.
Comboniarmi!

In questo Comboniar-mi sono contenta che domani riprende la pastorale carceraria, domani finalmente ritorno a far visita nel carcere, dopo la pausa estiva (ferie) che ferma le attività qui in Brasile. Mi mancava, così come mi mancavano tutte le attività che mi vedono coinvolta nell'incontro con l'Altro nel mio servizio missionario e comunitario. 
Domani ricomincio, anche se riconosco la pesantezza delle visite, degli incontri, delle situazioni, delle emozioni che si devono far fronte, ma in questo Comboniar-mi sono contenta!

Domani le porte della prigione si apriranno di nuovo e.... da domani in poi ritorneranno le visite alla penitenziaria NH, al Ceresp femminile in Belo Horizonte e in APAC in Itauna.