venerdì 30 gennaio 2015

Campagna Fraternità 2015

Piccolo articolo scritto per Nigrizia:

Il Brasile è l'unico paese cattolico dove, da 52 anni, la Chiesa celebra la Campagna della Fraternità (CF). Questa Campagna nasce nel lontano 1964, dopo l’esempio nel 1962 di tre sacerdoti della Diocesi di Natal, nordest del Brasile, che avevano organizzato una quaresima con attività assistenziali, sociali  e promozionali. A partire da questa data non si è più interrotta. Se nel primo anno di vita della campagna l’obiettivo era la Chiesa,  nel 1965 diventa la parrocchia, per passare poi dal 1966 al 1972 al rinnovamento della vita cristiana e infine dal 1973 ai giorni nostri come servizio al mondo. Quella di quest'anno ha come tema la relazione tra Chiesa e Società e la frase biblica scelta è l'espressione di Gesù che troviamo in Marco 10,45: "Sono venuto per servire".
Perchè una Campagna della Fraternità?
Per capire questo è importante risalire agli inizi e al rinnovamento causato dalla preparazione e svolgimento del Concilio Vaticano II, soprattutto con il Documento conciliare Gaudium et Spes e il suo interesse per la nuova relazione della Chiesa con la società. Basti pensare, a questo  proposito, al numero 1 di Gaudium et Spes dove ci è detto che: “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”In America Latina tutto questo ebbe la sua traduzione più genuina nella seconda Conferenza latinoamericana di Medellin (Colombia 1968) con la sua proverbiale scelta preferenziale per i poveri e con la nascita della Teologia della Liberazione, da qui la funzione importante della CF nel contesto ecclesiale brasiliano. Quella di quest'anno ha come interesse la relazione della Chiesa con la società, per questo è fondamentale che la CF sia tradotta nella diversità di contesti nella quale la Chiesa è inserita qui in Brasile, dovuti alle grandi pluralità culturali di questo Paese. Sicuramente l'avvento al soglio pontificio di Papa Francesco ha dato un grande impulso al dialogo Chiesa-Società e una boccata di ossigeno al lavoro pastorale attento alle vecchie e nuove povertà.
Qui a Nova Contagem dove la comunità laicale comboniana ha una delle sue presenze, questo dialogo Chiesa-Società si traduce nelle tante iniziative che fanno capo alla Casa Comboniana 
“Justiça e Paz” create con l’intento di costruire un progetto di società che si basa sui valori della giustizia e dei diritti umani. Tante sono le persone  che passano in questa casa e tante sono le storie di volti concreti alle prese con  problemi di giustizia, di alcolismo, droga e povertà, la Casa Comboniana con i suoi volontari è punto di riferimento per queste persone. La Chiesa, pur nelle tante contraddizioni che la caratterizzano, da sempre ha voluto mostrare questo volto misericordioso del Padre che si prende cura di tutti i suoi figli e la CF vuole essere strumento di educazione alla solidarietà che invita ad "approfondire , alla luce del Vangelo, il dialogo e la collaborazione tra la Chiesa e la società, proposti per il Concilio Vaticano II come servizio al popolo brasiliano e per l'edificazione del Regno di Dio”.  
I vari Forum Sociali da anni dichiarano che “un altro mondo è possibile”, ma questo non cade dal cielo, si traduce e si costruisce attraverso l’impegno di uomini e  donne che credono nella condivisione, nella fraternità, nella sororità, nella vita e nella sua “sacralità”, contro l’avanzare di un capitalismo, consumismo, egoismo che porta a farci sentire nemici e rivali, basta rifletterei ai tanti episodi di violenza che macchiano di sangue questa nostra terra. La Chiesa è credibile e fedele al mandato di Gesù, non quando si chiude nelle sue sacrestie, ma quando al contrario, cammina per le strade del mondo, con semplicità, umiltà e condivisione di un Parola che parla attraverso le nostre vite e la nostra storia. La Casa Comboniana è esempio di questa storia, esempio di una dialettica Chiesa-Società che sarà il tema di riflessione di questa campagna 2015 della Chiesa brasiliana.

martedì 6 gennaio 2015

Le prigioni del Minas Gerais possono ricevere 32 mila detenuti, divisi in 144 unità carcerarie. In realtà, perché c'è sempre una realtà che stona nei fatti, esistono 54 mila persone recluse in questo stato.
Il sovraffollamento dipende da un metodo carcerario senza criterio. Leggendo un articolo su "Brasil de Fato" (giornale) solo nei mesi di maggio e giugno sono stati incarcerati 700 persone in un mese, così  ha rivelato il presidente del sindacato degli agenti penitenziari del Minas Gerais.
 Questa situazione non fa che peggiorare le condizioni di vita dei detenuti nelle carceri, con gravi  violazioni dei diritti umani e condizioni lavorative difficili per gli stessi agenti penitenziari.
Una raccomandazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) è che esista un funzionario di polizia per ogni tre detenuti (!) siamo completamenti fuori dalla realtà, perché l'altra realtà, quella che vivo e vedo è tutt'altro: 14 detenuti per un agente penitenziario, se non addirittura 50!!!
Provate ad immaginare 30 persone rinchiuse in uno spazio di 12, con poca aria, poca luce.
Questo aiuta a rieducare un individuo? aiuta a recuperarlo? o lo rende pieno di odio e vendetta contro un sistema che punisce e ferisce la dignità umana, contro un sistema che tortura, perché è questo quello che succede.
Ieri ho fatto visita per la prima volta al centro di detenzione temporanea di Contagem, unità maschile. Io frequento quello femminile di Belo Horizonte, oltre alla penitenziaria NH e Apac. Ho approfittato di questi giorni di festa per unirmi al piccolo gruppo della pastoral carceraria che visita questa struttura. E' un piccolo centro localizzato nella zona industriale della città, poco pratico per arrivarci con l'autobus.  L'edificio è veramente brutto, fatiscente e vecchio, al contrario dei detenuti che sono giovani, molto giovani. Le celle ospitano 12/13 persone e sono piccole e buie. Il patio per l'ora d'aria (2 h al giorno) è una specie di corridoio a cielo aperto, stretto e corto!! Così come in quello femminile, le persone attendono la sentenza definitiva per essere trasferite in una prigione o liberate. Il problema del sistema giuridico è la lentezza dei processi e il mancato accompagnamento legale per i detenuti. La maggior parte di loro non ha le condizioni per avere un avvocato e viene assegnato per legge, un avvocato d'ufficio (difensore pubblico) che spesso, purtroppo, è assente e non sufficiente per un accompagnamento legale che assisti la persona.
27 mila persone detenute sono, ancora, senza giudizio e ricevono poco o nessun aiuto giuridico.
E' per questo che la maggior parte dei detenuti quando si va a fare visita chiede sempre se possiamo interessarci della loro condizione processuale, perché il più delle volte vivono notti senza fine.
Nella pastorale carceraria della diocesi di BH c'è una piccola equipe giuridica composta da due avvocati che cercano di orientare e indirizzare le continue richieste che quotidianamente pervengono....tante...tante.
Ogni volta che esco da queste visite, mi rimane sempre quell'amarezza e impotenza, per una condizione umana al limite e un senso di soffocamento che rimanda al buio e all'asprezza di quelle celle, con quelle braccia che si allungano per ricevere un libro, un calendario, un rosario.
Alcuni agenti penitenziari ci chiamano (noi della pastorale carceraria) "le amiche dei banditi".
Nessuna replica da parte nostra, nessun problema. Per noi, per me, ogni volta che entro in un carcere, non è incontrare un bandito, o un narcotrafficante, o un omicida, o un ladro o....(anche se so di tutto questo, lo so bene). Per me è incontrare prima di tutto una Persona e la sua Storia e da lì inizia il dialogo, da lì inizia Tutto.




domenica 4 gennaio 2015

cartoline....postcards 2015


Minas Gerais.....





 Serra da Piedade, non lontano da Belo Horizonte









Strada per andare ad Itauna...in Apac!
AnaFalvia


   Serra da Caraça  

......piove.....
...dopo la pioggia!






...noi: io e Ana!