lunedì 31 marzo 2014

Nunca mais!



Ditadura nunca mais! (Dittatura mai più!)
Oggi in Brasile si ricorda il golpe che instaurò la dittatura (31 março 1964-1982).
In tutto il paese ci sono state ricorrenze e memorie per una pagina di storia difficile, sofferta che a distanza di anni chiede, ancora, giustizia. Per non dimenticare (para nunca esquecer), per fare memoria, per ricordare chi ha perso la vita, chi è stato torturato, chi è scomparso e mai più e ritornato.

Há exatos 50 anos o Brasil sofria um golpe que marcaria para sempre a nossa história. Uma história triste, mas necessária de ser relembrada sempre, para que nunca mais aconteça. #50anosdoGolpe

Foto: Ato lembra 50 anos do golpe militar e pede punição a torturadores da ditadura. http://folha.com/no1433549

Foto: Danilo Verpa/Folhapress
Il passato non può essere modificato, ma conoscerlo può cambiare il nostro futuro. (Commissione nazionale per la Verità)

giovedì 27 marzo 2014

Evviva i compleanni!


Dedico questa pagina ai compleanni dei nostri padri Comboniani qui a Nova Contagem. Sempre quando c'è da festeggiare noi laici e padri stiamo insieme, così anche per le feste importanti: Natale, Pasqua e appunto i compleanni!!!! Stare insieme in queste occasioni, ci fa sentire "famiglia" Comboniana ed è proprio in famiglia che si condividono le cose importanti. Noi che siamo lontani dalle nostre, cerchiamo di essere famiglia attraverso la nostra Comunità (padri e laici) attraverso la spiritualità che ci lega (il Comboni), attraverso il nostro lavoro missionario, la stima e la collaborazione che ci unisce.
Aiuta anche a matar a saudade per chi è lontano!
Due i compleanni di febbraio: padre Jorge (Giorgio), padre Chico (Francesco) e oggi è il compleanno di padre Josè (Giuseppe). Parabens!!!



                                          Padre Jorge

                                           Padre Chico e Padre Josè.
                                   
                                          Evviva i compleanni...guarda mò che torta!!!


Nel post del 26 marzo ho aggiunto una postilla, non potevo metterla qui con la torta!!!
Riguarda la Commissione Verità, nata per ricordare i 21 anni di dittatura militare vissuti in Brasile (1964-1985).

Per chi vuole dare un'occhiata! La BBC Brasil cita il metodo APAC (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati) come modello di recupero.

mercoledì 26 marzo 2014

Devo smetterla di guardare internet con il cellulare quando sono in autobus. E' che approfitto del Wi-Fi in giro, per dare una sbirciatina agli amici su Fb, alla mail, a Whatsap. Sbircio le finestre sul mondo, affacciandomi con l'aiuto della tecnologia e mi diverto, perchè mi capita di leggere un arcobaleno di notizie di vari sapori: dolce, agrodolce, amaro, aspro, zuccheroso, salato, di tutto e di più, così come è il mondo...di tutto e di più. In questi giorni, purtroppo, non c'è segnale nella nostra casa, non c'è campo e non riesco a connettermi con il telefonino (non riesco neanche a chiamare), solo alla sera con il mio computer mi connetto, grazie al modem della VIVO (compagnia telefonica) che fortunatamente pega bem, come dice la pubblicità ridondante su tele Globo!
 Ma perchè non c'è campo?
Perchè quelli della Nelson Hungria (penitenziario) hanno deciso di bloccare il segnale di ricezione dei telefonini, limitandone l'uso, a volte prende a volte no, funziona a singhiozzo. Ma c'è un motivo.
Ci sono stati (e ci sono) casi di contatto tra detenuti e le persone di fuori (richieste, informazioni, comandi...)  e non è il caso che spieghi che tipo di comunicazioni possono essere, siamo abituati a vedere e sapere di film che descrivono l'ambiente carcerario e alcuni sono spaccati di verità.
C'è un pò di agitazione in questi giorni al penitenziario e questo si ripercuote anche per chi ci abita vicino, come la difficoltà di ricezione dei telefonini, l'aumento delle macchine della polizia o dei corpi speciali in giro per le strade. Martedì scorso mi sono accorta, aspettando di entrare con il gruppo della pastorale carceraria, di un muro con affisso foto segnaletiche di volti identificati con un numero (tipo Wanted). Abbiamo chiesto ad un agente penitenziario che cosa significavano tutte quelle foto, lui ci ha risposto che sono persone trovate in possesso di droga durante la visita di controllo, persone (per lo più donne) che cercavano di far avere la droga ai loro mariti, compagni, parenti, figli. E sono parecchie le foto, quasi una decina. E anche qui non sto a raccontare i vari modi utilizzati per nascondere la droga da far passare (si va dal cibo al totalmente altro...ma non è in queste pagine di appunti scarabocchiati sul mio blog che lo racconterò, non qui). Questo per dire che la situazione alla Nelson Hungria è un pò agitata e stiamo aspettando (pastorale carceraria) che possa migliorare, anche per permetterci di fare delle visite come si deve. Intanto posso dire che l'ultima volta siamo riusciti a entrare nel patio con i detenuti, senza sbarre di ferro o ostacoli tra noi e loro, ma questo grazie ai padiglioni del lavoro che abbiamo visitato. Per la prima volta abbiamo parlato senza dover urlare per il troppo rumore, abbiamo condiviso delle chiacchiere e dei saluti, abbiamo pregato in cerchio tenendoci per mano. E tutto è stato molto "leggero" e importante per gli animi, sia per noi che per loro, senza la pesantezza di una grata di ferro che non ti permette di allungare la mano per un stretta, per un saluto, per una presentazione. Decisamente quel giorno mi sono sentita "leggera" e contenta, contenta per l'incontro avvenuto. Ma non sarà sempre così, io ci spero però.
Tornando al mio pensiero iniziale, sul fatto di smetterla di guardare internet col telefonino, mentre sono in autobus....è perchè ruba attenzione al mio sguardo, a quello che c'è fuori. Mentre vado all' UFMG per il corso di lingua, passo sempre in una zona dove si trovano varie cooperative di riciclaggio dei rifiuti. Le persone che ci girano attorno sono persone di strada o catadores, che per qualche centesimo raccattano qualcosa. E lì, in quel percorso mattutino, mentre l'autobus scivola lungo la strada, ecco incontrare con lo sguardo corpi di persone, ancora addormentate, su materassi bucati e stracci. Povo de Rua, popolo di strada, homeles usando un gergo internazionale...persone dico io. Ho sempre la tentazione di scendere dall'autobus e andare ad incontrarli, ma per dire cosa? Forse per portare un caffè da condividere e lì iniziare....
Esiste la Pastoral de Rua, qui in BH, e fa un lavoro molto bello, di appoggio e aiuto alle persone che vivono per strada, di appoggio e aiuto alle cooperative portate avanti all'associazione dei catadores, dando visibilità politica e sociale al loro lavoro. Qualcosa sicuramente da conoscere.
Nel frattempo cercherò con il mio sguardo di incontrare e "abbracciare" questa realtà, senza tenere la testa occupata a fare altro mentre ci passo, aspettando il momento buono di scendere dall'autobus con un caffè in mano....e da lì, forse iniziare.

Oggi ho conosciuto la coordinatrice della Pastorale dei diritti umani, è una signora di una certa età che ha vissuto la prigione e la tortura durante la dittatura militare qui in Brasile. E' stato un onore per me ascoltare la sua storia e scambiare qualche pensiero sulla tematica dei diritti umani. Sono sicuramente incontri che ti aiutano a rinforzare il lavoro in cui credi, l'impegno, la passione, la voglia di andare avanti e di "lottare" sempre. C'è tanto lavoro da fare in questo mondo...tanto...per questo mondo.

Il Senato Brasiliano ha approvato la creazione di una Commissione di Verità, che indagherà sulle violazioni dei diritti umani, torture, omicidi, repressioni, sparizioni, compiute dai militari tra il 1964 e il 1985. Sono 400 i morti causati dal regime, oltre a nomi di persone scomparse e mai ritrovate. Sono stati anni di repressione feroce contro gli oppositori politici. La cosa strana però è che in realtà non si potrà fare nulla di concreto, perchè i risultati della Commissione non saranno pubblici e tra i membri della stessa Commissione ci saranno anche i rappresentati dello stesso esercito, indagato. Ciò è paradossale, perchè non si avrà potere di denunciare pubblicamente e far sapere come sono andate veramente le cose. La stessa Dilma ha dichiarato, con le lacrime agli occhi (lei stessa è stata vittima del regime militare, incarcerata e torturata) che il Brasile merita di conoscere la verità e soprattutto tutti coloro che hanno perso parenti e amici. Solo che nulla verrà reso pubblico, come sapere allora????....c'è un pò di contraddizione in tutto ciò.

martedì 25 marzo 2014

24 março 1980 assassinio di don Oscar Romero, vescovo di San Salvador.

Per non dimenticare, per sempre ricordare e fare memoria, per chi è esempio e cammino, ogni giorno, tutti i giorni.
ROMERO VIVE + 24 marzo 1980 / "La prego di non fraintendermi: non voglio morire, perché so che il popolo non lo vuole, ma non posso tutelare la mia vita come se fosse più importante della loro vita. La vita importante è quella dei contadini, degli operai, delle organizzazioni popolari, dei militanti e dei dirigenti, ed essi muoiono tutti i giorni; ogni giorno che trucidano venti, trenta, quaranta o più ancora. Come potrei adottare delle misure di sicurezza personale?"


Oggi 24 marzo è anche il giorno del diritto di Verità sopra le violazioni dei diritti umani e della dignità delle vittime 
(stabilito dall' ONU il 17 giugno 2010)

Foto: Paraibanos Mortos e Desaparecidos Políticos: João Roberto Borges de Souza, Luís Alberto Andrade de Sá e Benevides, Dilermano Mello do Nascimento, Severino Elias de Mello, Marcos Antônio da Silva Lima, João Alfredo Dias, Pedro Inácio de Araújo, José Maria Ferreira de Araújo, Francisco das Chagas Pereira, Ezequias Bezerra da Rocha, Umberto de Albuquerque Câmara Neto, Adauto Freire da Cruz, José Feliciano da Silva, Robson Antônio Gomes Viana, Francisco Alves Cabral, Antoniel Queiroz

Foto del mio amico Elson Matias in Paraiba. Gruppo del CEDHOR (Centro difesa diritti umani don Oscar Romero), Paraiba.

giovedì 20 marzo 2014

Um céu de outono
sopra o vento
o orvalho cai da flor
(nelson aharon)
Un cielo d'autunno
 il vento soffia 
le gocce di rugiada di fiore 
(aharon nelson) 

Oggi da noi finisce l'estate e inizia l'autunno....da voi inizia la primavera.
E' bello vedere le cose con la testa capovolta, è bello vivere in una maniera diversa da come si era abituati, è bello uscire dai soliti schemi e incontrarne altri, è bello camminare all'incontrario.
Buon inizio di primavera per voi, buon autunno per noi.
Sempre camminando a piedi nudi in ogni stagione che si attraversa, in ogni passo in cui la vita ti porta.

"Como são belos os pé
   que anunciam
  o bem e a paz".
      Isaias 52:7




                                                        

mercoledì 19 marzo 2014

....c'è una cosa a cui non mi abituerò mai, (rifacendomi all'ultimo post), ed è il saper contare e forse a non voler più contare, a non voler aggiungere il segno + nei giorni che passano.
Che cosa significa quel + ? Forse un segno che qui ha il colore del lutto, il sapore amaro della perdita, la croce.
Altri morti qui in Nova Contagem, altre sparatorie, altri + che colorano di rosso l'asfalto.
Ieri Valdir è tornato a casa dicendo che c'erano molte macchine della polizia nel quartiere in basso, poco lontano da dove abitiamo noi e infatti la notizia poi è arrivata...un altra persona ammazzata.
Parente di una persona che conosciamo di vista (io e Valdir).
Non voglio abituarmi a questa situazione, non voglio permettere che acquisti un valore di routine, dettato dall'ambiente in cui viviamo. Non deve essere routine, non deve essere abitudine, deve essere scandalo, deve essere indignazione, deve essere tristezza, deve essere preghiera, deve essere il bisogno di dire basta e di cambiare. Si riuscirà mai a dire basta e a cambiare? Si riuscirà a intraprendere la strada del cambiamento, contro tutta questa violenza? Questa periferia della periferia, dove ci troviamo, riuscirà a trovare momenti di pace, riuscirà a creare e costruire "pace"?
Ci sarà un momento in cui non saprò più contare? A non mettere continuamente + nei giorni a venire? Per noi laici comboniani il nostro vivere qui a Nova Contagem è anche un modo per essere testimonianza di quel cambiamento che vogliamo costruire, attraverso la nostra vita, le nostre azioni, il nostro metterci al servizio della Comunità, per costruire, per aprire, per donare, contro una cultura di morte, di violenza, di indifferenza. Non è facile, soprattutto quando leggi su un muro una frase che dice: "você tem Deus, eu tenho arma" (Tu hai Dio, io ho un'arma).
Abbiamo iniziato a chiudere il cancello di casa a chiave, prima lo lasciavamo sempre aperto, tranne di notte, questo perchè di giorno ci sono persone che vengono a farci visita e spesso aprono il cancello per entrare, senza problemi. E' una cosa che non ci piace quella di "chiudere", ma ora le cose stanno un pò cambiando, anche qui nella via dove abitiamo e occorre essere prudenti.
Questo a volte pesa...quel dover essere prudenti...io a volte me lo dimentico, nella mia ingenuità e nel mio pensare che a volte il male non "esiste", ma poi ecco quei + che ritornano a farti contare, ecco quelle macchine della polizia che passano, e allora sì, mi ricordo che devo essere prudente, mi ricordo.

"Predichiamo il Vangelo con l'esempio, poi con le parole. Ma prima di tutto è nella nostra vita che gli altri devono poter leggere il Vangelo".
 (Papa Francesco)

...noi laici Comboniani, qui a Ipe Amarelo, ci stiamo provando.




martedì 18 marzo 2014

Corre il tempo, corre.

Sta correndo il tempo, sta passando in fretta, senza volerlo, a volte anche con distrazione (ma oggi che giorno è? non vi è mai capitato di confondere i giorni...).
Sono passati 3 mesi da quando sono arrivata, a volte mi sembra ieri a volte mi sembra di starci da sempre. Il correre del tempo, dei giorni, delle settimane, dei mesi, è reso chiaro dai nostri pensieri, dai nostri discorsi, dalle nostre attività. Sì, sembra ieri che parlavamo del Natale, delle Novene di casa in casa, della gioia del Mistero, dell'attesa...e ora già stiamo parlando della Pasqua, con un'altro cammino, un'altra attesa, un nuovo "incontro". Corre il tempo, a volte accelera, bisogna premunirsi di una buona cintura di sicurezza!!!...o forse trovare la strategia per saperlo diluire, saperlo rallentare e dividerlo nei momenti giusti, così da non perdere le cose importanti o rischiare di lasciarle per strada.
Il trascorrere del tempo lo vedo anche su di me, se prima pronunciavo poche parole e mi sembrava tutto così incomprensibile, ora parlo molto di più, graças a Deus estou entendendo mais (capisco molto di più) e tutto ciò che mi è attorno, è ora familiare e abituale. Questo per dire che ormai ci sono...sto entrando nella camminata, sto entrando nelle cose, ho lasciato i vecchi vestiti con cui sono partita per indossarne dei nuovi...trovati qui. Certo l'inizio non è stato facile, non è facile trovare un vestito che al primo colpo lo indossi perfettamente (che sorte!!!), qualche aggiustamento bisogna farlo (troppo corto, troppo lungo, qualche aggiustatina qui...qualche ritocco lì...), ma poi la misura la trovi e tu stessa l'hai creata e questo lo vedi col trascorrere del tempo. Anche nei miei appunti lo vedo, ora sono un miscuglio di parole in italiano e in portoghese...così come i pensieri alla fermata dell'autobus, mentre aspetto l'onibus (autobus) per andare in BH (Belo Horizonte) sto iniziando a pensare in lingua portoghese e a volte mi scappano le parole in italiano. Puxa a vida!
Ormai mi muovo da sola, mi sposto da un posto all'altro, vado a piedi, vado in autobus in BH, vado a Itauna (altra città) per il corso volontari APAC (Associazione di protezione e Assistenza ai Condannati) cammino....e sono in "movimento". E mi sono abituata a queste lunghe distanze, due ore per arrivare in BH, molte di più per andare ad Itauna, le attese alle stazioni della rodoviaria....e nelle attese i miei pensieri, in lingua portoghese!
E mi sono abituata alla musica dei miei vicini di casa, a conoscere il loro gusto musicale nei fine settimana, Nossa!!!
E mi sono abituata ai salti sull'autobus quando becca le buche sull'asfalto o quando non becca le buche sull'asfalto...è un continuo saltare!
E mi sono abituata a sventolare il braccio per fermare l'autobus quando passa, perchè se no, non non si ferma!!
E mi sono abituata a vedere i miei piedi bicolor con l'abbronzatura dei chinelos! (infradito).
E mi sono abituata ai vari cafesinho ogni volta che si va di casa in casa, con tanto di lanche (merenda/spuntino) che ti offrono e/o durante le pause nei vari incontri (riunioni, corsi)...sto ingrassando gente!
E mi sono abituata al canto del gallo al mattino e alla notte (il gallo canta a mezzanotte), canta sempre!
E mi sono abituata a sentire le risate della mia piccola vicina di casa, AnaFlavia, la mia piccola amica, guai se non la sento, sono una gioia!
E mi sono abituata a sentire battere il portone e annunciare "Oi de casa", in qualsiasi momento della giornata e ricevere le visite di chi viene a trovarci e soprattutto saperle accogliere, anche quando sei stanca.
E mi sono abituata a vedere le differenze tra periferia e città, a viverle nelle sue contraddizioni, forti e sbagliate, una continua riflessione sul taccuino della mente e del cuore.

     In Agenda:

  • Ho iniziato le visite al carcere di massima sicurezza Nelson Hungria con la Pastoral Carceraria. Ogni terça-feira (martedì) giorno della mia turma (gruppo) entro nei padiglioni accessibili e concordati per le visite. Prima di entrare ci sono attese e controlli da rispettare (identificazione e perquisizione dentro una macchina con raggi x, che sostituisce la vecchia perquisizione a mano, umiliante e imbarazzante, come mi è stato raccontato da chi l'ha vissuta). Dopo aver ricevuto l'ok, si è scortati nel posto da raggiungere e lì, dietro una grata di ferro, in uno spazio piccolo (a seconda di dove si và) avvengono gli incontri con i detenuti. Spesso nel momento del banho do Sol, ora d'aria (due ore di sole/aria nell'arco della giornata, poi cella fino al giorno successivo). Le celle sono piccole e buie, con una finestrella/ buco per fare passare aria e luce (poca, veramente poca!). Ci sono padiglioni dove c'è un solo detenuto per cella e sono riservati a quelli che non possono condividerla con gli altri per ragioni di sicurezza personale e altri con celle, piccole per l'appunto, con un numero maggiore di persone rispetto al dovuto.Purtroppo le modalità di visita alla Nelson Hungria sono cambiate, se in passato si poteva entrare in un patio e stare con i detenuti e avere un contatto diretto, più umano e "fraterno", ora secondo le nuove modalità del carcere, gli incontri avvengono dietro una grata di ferro, in uno spazio piccolo e stretto (a volte siamo in tre o quattro della Pastorale) o addirittura, ma questo a seconda del padiglione dove si và e della pericolosità della situazione, noi in alto e loro in basso e per parlare bisogna urlare, perchè c'è molto rumore, fatto dagli altri detenuti a cui non interessa l'incontro.Non è facile così, non è per niente facile. Le nuove direttive del carcere sono la conseguenza di azioni pericolose avvenute in passato, come il sequestro di alcuni visitatori, minacciati con un arma o la paura di rivolte da parte dei detenuti.Spero che le cose possano cambiare. Per ora scrivo solo questo piccolo flash della Pastorale Carceraria che mi vede impegnata in questa attività, poi quando riuscirò ad avere più tempo e più esperienza, sarà altro.


  • Altra attività in cui sto dando una mano e nella quale sto entrando è la Pastorale da Criança, in particolare nel gruppo di Ipe Amarelo, bairro nel quale vivo. Per ora mi dedico alla visita alle famiglie (e li ti si apre un mondo....condizioni e situazioni di vita di alcune famiglie veramente difficili e precarie) e l'appuntamento mensile del pesare i bambini. Questo è un momento importante dove le famiglie si riuniscono, si sta insieme, c'è il momento della merenda per i bambini, si fa informazione su tematiche che riguardano la cura e l'educazione dei bimbi.


  • Tengo sempre come incontro importante la partecipazione al gruppo "Testimoni di Speranza", gruppo di auto-aiuto per le famiglie e dipendenti chimici. Finalmente il gruppo si è diviso in due: il gruppo dei dipendenti e il gruppo dei familiari.


  • Ho iniziato il corso per volontari APAC (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati) ogni sabato, per 4 mesi, vado ad Itauna (altra città), andata e ritorno, esco alla 8.30 del mattino per essere là alle 14 e torno alle 20.30 (se tutto va bene) dopo che il corso finisce alle 17, è stancante, ma ne vale la pena. L'APAC mi permette di mettere a confronto la modalità del carcere con la modalità dell'APAC che è una struttura alternativa al carcere stesso, mettere a confronto come è trattato un detenuto in un carcere normale e un detenuto in una struttura APAC , la modalità del punire contro la modalità dell'educare e dell'amare. Quando  entri in un APAC trovi scritto: "Aqui entra o homen, o delito fica fora" (Qui entra l'uomo, il delitto resta fuori). Questo spiega tutto.

                           
                             APAC(Associazione di protezione e Assistenza ai Condannati) di Itauna                                

                                     Incontro Pastoral da Criança a Ipe Amarelo



                                   
                                    Incontro del gruppo "Testemunhas da Esperança"






domenica 16 marzo 2014


    

Oggi è iniziato il primo dei 10 incontri, a cui parteciperò, del CEBI (Centro Studi Biblici), qui a Nova Contagem.
Sono degli incontri di Lettura Popolare della Bibbia, lettura fatta dal popolo, Bibbia letta in piccole comunità, dove il libro della propria vita e la Parola di Dio si intrecciano. Fede e Vita, condivisa e interpretata dal popolo, dalla gente semplice, fuori da schemi rigidi e a volte soffocanti degli ambienti accademici, lontani dai sermoni e dai pulpiti moralistici di alcuni "addetti ai lavori". Bibbia che passa di mamo in mano, Parola condivisa e cantata con al centro la Vita e quel bisogno di Dio che nasce da cuori semplici e spontanei. Se manca la Vita, abbiamo una lettura fondamentalista, se manca una comunità, abbiamo solo una visione individualista. Ecco allora la bellezza e di unire Vita, Parola e Comunità, in questa lettura popolare. Lo stesso S. Agostino affermava che Dio parla attraverso due libri, il libro della vita e il libro della Bibbia, la vita quindi è vista come un libro dove Dio è presente e mi dice qualcosa. In Europa, in Occidente, tendiamo spesso a teorizzare tutto, perchè abbiamo una formazione filosofica greca e perchè forse non siamo più capaci di condividere un'esperienza di vita, facciamo fatica a dire ciò che sentiamo, ciò che viviamo, spesso tendiamo a intellettualizzarlo, partendo sempre dalla testa e non dal cuore. Nella lettura comunitaria, nella condivisione, cresciamo umanamente e spiritualmente, permettendoci di fare un esperienza di fraternità, scoprendo sfaccettature che da soli a volte non cogliamo, permettendo alla Parola di entrare nel cuore. Ho sempre apprezzato questa metodologia dell'America Latina di parlare di Dio, di avvicinarsi a Lui, partendo dal basso, partendo da una lettura popolare, partendo dalla semplicità dei gesti e della vita delle persone. E' una ricchezza che ti porti dentro alla fine di ogni incontro è un seminare il terreno del cuore attraverso la Parola, condivisa, riflettuta e passata di voce in voce, di storia in storia e lì farla germogliare. Senza formalismi, senza altari, senza separazioni tra ciò che siamo e viviamo, nella camminata di un popolo che alla luce della Parola cerca la sua strada e la sua Verità.

A Biblia è a Palavra de Deus semeada no meio do povo,
que cresceu, cresceu e nos trasformou,
ensinando-nos viver um mondo novo.

martedì 11 marzo 2014


Pro-memoria di ogni giorno.

Foto: ...

Capire che tutto ha il suo tempo. Che tutto viene a suo tempo.
Dare il tempo necessario. Per crescere, germogliare, fiorire.
Accettare il ciclo della Vita. Rispettare il flusso del tempo.
Osservare il tempo passare. Aspettare il tempo certo.
Per piantare, per raccogliere,
per agire, per seguire, per imparare.



domenica 9 marzo 2014

                                      Belo Horizonte, la capitale, la grande città.


                                     

                                      ...adesso arriviamo anche noi.....siamo qua sotto.
                                      ...Nova Contagem, bairro Ipe Amarelo, periferia di
                                          Belo Horizonte
                             


   
Tutto bello illuminato è il carcere Nelson Hungria.

                                       Parrocchia S. Domingos in Nova Contagem.

Sto frequentando un corso di lingua portoghese per stranieri presso l'UFMG (Università Federale del Minas Gerais), è un corso che l'Università offre a chi viene da altri paesi e vuole migliorare/imparare la lingua, dura tre mesi. Ho iniziato a febbraio e finirò i primi di maggio.
Questo mi permette di andare due volte a settimana in BH (Belo Horizonte). Ci impiego due ore con l'autobus, ed è piuttosto stancante (due ore andare, due ore tornare) a volte trovi posto, a volte stai in piedi. E in piedi o seduta (colpo di fortuna!) attraverso le contraddizioni tra città e periferia, tra grattacielo e "baracca", tra strada asfaltata e strada mezza asfaltata o terra, tra chi sa "parlare bene" ed è ben vestito e chi ha un paio di chinelos (ciabatte) che usa per i giorni lavorativi e i giorni di festa....quelle sono e quelle si tengono.
E in queste contraddizioni, in questi contrasti della vita sento come è facile amarla, come è facile sapere da che parte stare, come è facile imparare a saper guardare, saper sentire, con la pelle e con il cuore, senza barriere, barriere facilmente superabili prendendo un autobus che ti porta, in piedi o seduta, tra due realtà così lontane e così vicine.

...e sentire che non te ne frega niente se entri in un aula universitaria con i sandali rotti...quelli ho e quelli tengo!
 Ecco quel senso di libertà interiore, che ti fa uscire dagli schemi della formalità per entrare in ciò che è veramente sostanza, in ciò che veramente conta, l'essere contro l'apparire, l'essere contro il nulla, la superficialità. Passare la barriera ti aiuta a capire lo spessore delle cose.


8 Marzo: Dia internacional da Mulher.
A tutte le donne che ogni giorno sanno ricominciare da capo, che sanno mantenere un sorriso nonostante le difficoltà e i dolori della vita, che sanno lottare, cambiare, costruire, amare, che sanno difendere e conquistare. Questo giorno è per noi donne, per ricordare e ricordarci il nostro coraggio, la nostra forza, la nostra intraprendenza, la nostra creatività e di come i nostri sogni e i nostri obiettivi possano camminare con noi, prendere forma e avere i nostri nomi.
Auguri Donne!