sabato 30 novembre 2013

Vamos!!!

Ok ci siamo, ultime ore in Italia, poi il grande salto, dall'altra parte dell'Oceano....destinazione Brasile, Minas Gerais. Non conosco il Minas e il sud del Brasile, i miei ricordi vanno al nordest e in particolare alla Paraiba, alle sue spiagge, al caldo e soprattutto agli amici del centro di difesa dei diritti umani don Oscar Romero (Cedhor) e al gran lavoro che fanno nel bairro di Tibiri, Santa Rita. Speravo che fossero loro la scelta di questo mio ritorno in Brasile, ma le cose sono andate diversamente ed è bello così, inizio proprio con qualcosa di nuovo. E' vero che il Minas nao tem mar ( nel Minas non c'è il mare), ma in compenso mi hanno detto che c'è tanto verde. Il verde è il colore che associo al Brasile, verde è la bandiera nazionale, verde è il colore delle foreste e dell'Amazzonia, verde è il colore della speranza e del saper ricominciare da capo, ogni giorno, in ogni aurora del mattino. Verde è il Brasile con tutte le sfumature di colori che lo compongono, è questo lo rende unico e bellissimo, la diversità che si fa ricchezza.
Finalmente ce l'ho fatta a preparare la valigia, dopo il panico dei primi giorni, più che panico direi sclero, sono riuscita a capire cosa metterci dentro, anche perché, diciamolo, come preparare una valigia della durata di tre anni?? "Porto questo o quello" " Scelgo questo o l'altro" " Se poi mi serve...se fa freddo...se fa caldo..."  oh quante menate!!! Alla fine ho fatto pace con la mia indecisione e ho messo solo l'essenziale, tutto il resto verrà da sé. Sicuramente nella valigia del cuore, la più importante, ci sono molte più cose da portare...è piena...piena di persone, affetti, ricordi, vite intrecciate alla mia, ognuna con il suo significato e importanza.
Sì, vi porto tutti con me amici miei, è così grande questa valigia del cuore che non smette mai di avere spazio.
Spero solo di tenere a bada la malinconia che fa da sfondo ai ricordi, nel caso tiratemi un orecchio da lontano, così da ricordarmi di tenere i piedi ben piantati a terra, senza nuvole di scorciatoia che rapiscano i miei sguardi. No! piedi ben piantati a terra...piedi nudi sulla nuda terra, e con la voglia di esserci in questo stare.
 Vi lascio con le parole di don Helder Càmara, promemoria di questo viaggio:
Partire è uscire da sè.
Partire è smettere di girare attorno a noi, come se fossimo il centro del mondo.
Partire è non lasciarsi chiudere dal piccolo mondo cui apparteniamo: l'umanità è più grande, ed è essa che dobbiamo servire.
Partire è aprirci agli altri, scoprirli, farci loro incontro, aprirci alle idee, anche a quelle diverse, significa avere un fiato di un buon camminatore.
Un buon camminatore sa che il grande viaggio è quello della vita. Beato chi si sente eternamente in viaggio e in ogni prossimo vede un compagno desiderato.
Un buon camminatore si preoccupa dei compagni stanchi. Li prende dove li trova, li ascolta con amore, ridà loro il coraggio per il cammino.
Partire è mettersi in marcia e aiutare gli altri a cominciare la stessa marcia, per costruire un mondo più giusto e umano.
Vamos!!!!

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