giovedì 16 gennaio 2014

La politica dei piccoli passi

Si procede a piccoli, piccolissimi passi, a volte impercettibili, a volte difficili, a volte, anche, così grandi, perchè quel piccolo passo che all'apparenza può sembrare "innocuo" o banale, in realtà sta già scalando una montagna. Non è facile per chi è abituato a camminare veloce imparare a rallentare, frenare, tenendo come guida il bastone della pazienza e della perseveranza. Non è facile dopo aver sempre camminato veloce, imparare un nuovo modo di essere, una nuova andatura.
Per me,  che sono fuoco e a volte tempesta, domare l'istinto dell'accelerare tutto, del correre veloce, dell'ansia di raggiungere, è una bella sfida. Bisogna tornare a ri-imparare, tornare creança (bambino) e nel camminare costruirsi un buon bastone di sana e robusta pazienza, come freno alla tentazione di schiacciare, per abitudine, il pedale dell'acceleratore.
Tornare a ri-imparare, vedere, ascoltare e poi agire, ogni tappa con il suo tempo e con i suoi passi e con la pazienza di rispettarli. Anche saper conciliare i propri tempi con i tempi degli altri, è una bella sfida. La tentazione è di sentirli, sempre, così lontani e "assurdi", ma per creare quella cultura dell'incontro è necessario individuare quelle coordinate, che ti permettano di crearlo. Bisogna armarsi di una bussola e disegnare la mappa di questo incontro, cogliendo i punti cardinali che il luogo e la situazione ti offre e capire che le tue coordinate non sono quelle degli altri, che il tuo nord non è il suo, che il tuo est o ovest o sud si trovano capovolti e in tutt'altra direzione.
Ri- imparare, non è facile e a volte fa anche soffrire, è come se dovessi tornare a usare le due ruote, dopo che avevi imparato a guidare le quattro....si torna a pedalare, dopo che avevi imparato ad usare la macchina! Ma c'è bisogno, ne ho bisogno, per apprendere la cultura della pazienza e aspettare quel sano e benedetto incontro che ti porta ad avvicinarti a chi le sue coordinate le ha sempre impostate, in modo diverso dalle tue. Un primo passo bisogno farlo, ogni giorno.

Il mese di gennaio qui è considerato come il mese di agosto da noi (...e fa un gran caldo!). Molte cose sono ferme e molti sono via per ferie. Le attività lavorative, sociali, la scuola, riprendono a febbraio.
A febbraio ho messo in agenda gli incontri con la pastorale carceraria (visite nel penitenziario di Nelson Hungria...sempre lui..quello che si vede dalla mia finestra e che ispira, forse, qualche mail), il 22 febbraio farò un corso sulla pastorale carceraria.
Continuano gli incontri con il gruppo Testimunhas das Esperança, famiglie con figli dipendenti chimici o alcolisti....sta nascendo l'idea di creare due gruppi, uno per le famiglie e uno per chi è uscito da una situazione di dipendenza, questo perchè sta crescendo il numero delle persone che partecipano (questa è una bella cosa!) e in aiuto al gruppo testimonianze di chi ne è uscito. Gli episodi di violenza continuano nel bairro, assassini o mattanze per regolamenti di conti, non si fermano.
A febbraio ricomincia la pastorale da Creança (la pastorale dei bambini). Si visitano quelle famiglie con figli, che vivono una situazione di carenza e povertà, le si aiuta a lottare per l'accesso ai diritti sociali basici garantiti dalla costituzione brasiliana e a valorizzare quella cultura dell'infanzia che a volte manca. Domenica andrò a visitare l'APAC femminile, è previsto un corso per volontari nel mese di  marzo, che farò. L'APAC è l'alternativa al sistema penitenziario, una alternativa al carcere, un luogo dove si educa e non si punisce, un luogo dove non esistono guardie penitenziarie o polizia (alla Nelson Hungria per es. puoi trovare quei poliziotti con viso coperto e tanto di mitra sulle spalle) e dove la dignità della persona non è calpestata. Ma vi racconterò....
La nostra Comunità di lmc si è allargata, ora siamo in 4. E' venuto a vivere con noi Valdir, farà un anno di formazione per essere lmc.
Frequentando la Casa Comboniana Justiça e Paz mi stanno venendo in mente molte idee...tipo creare un gruppo di donne autonomo (grupo das mulheres) che si incontra una volta a settimana per condividere, parlare, socializzare e magari avviare qualche lavoretto mentre si fanno delle sane e buone chiacchere, questo perchè molte donne qui sono sole e hanno il bisogno di parlare e condividere i problemi che vivono (marito alcolista, figlio con problemi di droga, solitudine personale, bassa autostima). Vamos ver, perchè si deve procedere a piccoli, piccolissimi passi e un ambiente difficile, violento, chiuso come Nova Contagem ha bisogno di tempo e conoscenza...ascoltare, vedere, conoscere e poi agire.




                                    Bem- vindo Valdir!!


Non so perchè,
ma mi piace l'immagine dei panni stesi al sole....qui è dove abito, ma i panni sono della mia vicina di casa, Priscilla, a fine marzo nascerà la sua seconda bambina.

                                       Ecco Priscilla alle prese con la sua lavatrice!


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