C’è
chi guarda in alto mentre i suoi piedi sembrano aver perduto il contatto con la
terra degli uomini e c’è chi è totalmente incollato al proprio frammento di
terra da perdere di vista tutto l’insieme.
C’è
chi non si lascia più interrogare dallo scandalo, dal dolore che incontra,
dalla fatica di credere nell’amore, quando tutto sembra contraddirlo. C’è chi
rifiuta di leggere certe realtà, perché tanto le sa già (“tanto sappiamo come
funziona lì, li conosciamo quei posti”)
….?....questo
è il mio punto di domanda di fronte a questa affermazione. Santa inquietudine e ricerca, mi viene da
dire, non smettere mai di bussare alle nostre porte! A volte per conoscere le
cose non bisogna salire in alto, ma scendere in basso e non smettere di
interrogarsi e avere curiosità e indignazione, quando occorre, per non
nascondere, per non far finta di niente, per non fermarsi di fronte alla
presunzione: “tanto sappiamo come vanno le cose”.
E
se si sanno, perché le si accettano, così semplicemente? Perché è più facile dare giudizi, quando non si è coinvolti, neanche di un millimetro delle cose che giudichiamo?
Sinceramente non sopporto il sentito dire. E’ un abitudine che può portare alla
superficialità dei giudizi, alle riflessioni deboli, alla banalità del vero. E
il vero cos’è? Il vero è quando ti lasci toccare dalle cose, quando le vive
sulla pelle, quando da spettatrice, diventi protagonista di ciò che ti
circonda, delle storie in cui sei calata, senza leggerle per sentito dire, le
leggi direttamente, le scrivi.
In
questo mio semplice blog, in questo diario quotidiano, in questo mio segnare
appunti, scarabocchi su un foglio bianco, così come vengono, non eviterò di
raccontare quello che vivo. A volte potrà
apparire leggero a volte crudo, a volte
anche colorato, oppure descrivendolo con una semplice foto. C’è chi mi ha
consigliato di evitare di fare annotazioni che possono apparire forti (vedi le
morti per droga nel bairro e il segnare l’età…18…22 anni) che forti, in realtà,
lo sono veramente.
Ma
non sempre si riesce a descrivere la vita, seduti comodamente su un divano, come
se fosse un film e credo che non mi piacerebbe neanche farlo. Perché la vita non è un
film, la povertà esiste veramente, la violenza fisica, familiare, la violenza
sociale che scorre in queste periferie delle periferie, è reale, è cruda, c’è e
non è a puntate…l’ignoranza, la fragilità interiore, la sofferenza, la poca
cura di sé, l’abbruttimento personale che ti abbassa, c’è in queste strade e non
è a puntate.
Ho
sempre pensato che ognuno di noi fosse libero di decidere come impostare la
propria vita, solo che ti rendi conto che è così per alcuni e non per altri.
Alcuni possono scegliere, altri no, ed è in questo no che mi sto immergendo,
tra chi non ha la possibilità di scegliere, perché è costretto dalle scelte
degli altri. Qui, in questo bairro la maggior parte delle persone ha un salario
minimo di 670.00 reais (ragazzi non arriviamo neanche a 500 euro!!!), quanta
possibilità di scelta posso avere secondo voi con una cifra simile?? …Forse mi
è più facile guadagnare vendendo crack, così per aver di più, molto di più. Nel
carcere alternativo dell’ APAC femminile, alla messa di Natale, ho conosciuto
una ragazza di 22 anni in carcere per traffico di droga. Ha iniziato a vendere
crack all’età di 13 anni. Perché? Perché
aveva capito che vendendo crack poteva comprare, tutte quelle cose, che la
condizione di povertà familiare non le permetteva (un paio di scarpe nuove,
vestitini carini, ecc..ecc..). La maggior parte dei ragazzi di qui lo fa o
viene assoldato per farlo, retribuzione? Regali (cellulare, scarpe alla moda, tutto quello che la povertà non ti può permettere.).
E la violenza sociale.... Forse non vi ho raccontato che c’è un coprifuoco da
rispettare ad un certo orario della notte, qui in queste strade, si è liberi di
scegliere? O altri scelgono per te? E se non accetti certe condizioni sei
fuori, sei fuori veramente. Non è un film, è la vita, nella sua crudezza e nel
suo lato peggiore.
Questa è Nova
Contagem, è periferia delle periferie, povertà, ignoranza, droga, violenza,
carenza di infrastrutture, legami familiari deboli, violenza familiare,
sociale, fragilità interiori. Non è un film, è favela, è vita, è umanità che
c’è e c’è chi la vuole ignorare e chi scoprendola, la vuole incontrare,
conoscere e anche amare.
Una frase per tutti quelli che dicono: "lo sappiamo già, sappiamo come vanno le cose lì"
"Non è la conoscenza che illumina il Mistero, è il Mistero che illumina la conoscenza"
P. Evdokimov
...forse è bello permettere di lasciare spazio alle sorprese, molte volte pensiamo di avere capito, in realtà non abbiamo capito nulla!
Questa non è una croce sul tetto di una casa, ma è l'antenna del mio vicino!
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