lunedì 8 agosto 2016

Mi ricordo di aver scritto di lei in un post del 2014, Dona Preta, come la chiamano tutti, in realtà il suo vero nome è Raimunda.
Una persona a cui voglio bene, forte e accogliente.
Avevo scritto di lei per la bellezza del suo sorriso, solare, coinvolgente, bello, carico di gioia, nonostante una vita difficile e sofferta (l'abbandono da parte del marito, la malattia che l'ha paralizzata in una parte del corpo, i figli...tante cose da sopportare in solitudine).
Ieri sono andata a trovarla, il suo sorriso ora è racchiuso in un corpo che si fa sempre più piccolo e magro, senza più capelli, senza più forza per camminare.
Il cancro sta vincendo la sua partita, la sta piano piano consumando, mangiando.
Se penso a come certe malattie trasformano le persone, fino a quasi annullarle, fino a divorarle con la loro forza, a come certe battaglie sono così difficili e senza speranze.
Ma il suo sorriso è rimasto, resiste in un volto sofferto.
Sorrido insieme a lei, continuo a farlo, l'abbraccio e la bacio con tenerezza sulla guancia e punto il pollice in alto per dire "forza, coraggio, andiamo avanti", perché bisogna continuare ad andare avanti, fino alla fine, fino a camminare verso questa fine.
Dona Preta è stata la prima persona a cui ho consegnato l'Eucarestia.
Ora che ho ricevuto il permesso da parte della diocesi, insieme a dona Zita, vado a far visita ai malati e consegniamo la Comunione. In queste visite c'è anche lei, una persona che mi ha insegnato tanto con i suoi sorrisi.
Sempre mi chiedo se delle migliori condizioni di vita, avrebbero aiutato a sconfiggere la malattia.
Se le possibilità economiche di poter essere curata in un buon ospedale, di avere buoni medici e una sanità privata che non ti lascia marcire nel dimenticatoio di una lista di attesa, avrebbero cambiato la direzione degli eventi, per lei come per tante altre persone che lottano contro una malattia fisica, che se diagnosticata in tempo, può essere curata o far nascere speranze in questa lotta.
Ma se hai le possibilità puoi avere speranze, se no, ti arrangi e vedi come va!
E quel vedi come va è una partita con la morte che accelera solamente la data della tua fine, in un ingiustizia sociale creata più dagli uomini che dalla Vita.
Morire dobbiamo morire tutti, ok, questa è la regola, ma il come e a volte il quando, in alcuni situazioni è stabilito da un sistema che non si prende cura delle persone, anzi stabilisce una classificazione di chi prima e chi dopo, di chi ha importanza e di chi no.
E questo non è giusto!

Fino alla fine accompagnerò dona Preta, fino alla fine continuerò a sorridere con lei, puntando il pollice in alto: "forza....andiamo avanti", perché anche se questo sistema blocca la vita, noi al contrario non la blocchiamo e fino alla fine andremo avanti, con dignità, sorrisi e amore reciproco.

Se il sistema chiama all'odio, all'indifferenza, alla privatizzazione dei sentimenti, all'egoismo, all'esclusione, noi risponderemo il contrario.
Se la nostra epoca ci induce a vivere passioni tristi, senza speranza, noi risponderemo il contrario, con passioni allegre e piene di gioia.
Se la banalità del male (come ho scritto nel post precedente) domina i giorni, noi risponderemo con la banalità del bene, con sorrisi, abbracci, carezze e curiosità.
Se le periferie del mondo vengono negate, decentralizzate, taciute, noi risponderemo parlando dalle periferie del mondo, facendo ascoltare le voci, la bellezza, la Vita che pulsa in questi luoghi.
Io risponderò cosi.













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