giovedì 10 marzo 2016


"Questa è la mia vita se entri chiedimi permesso".
E ci entri nelle vite dei detenuti, chiedendo permesso e battendo piano la porta.
Ci entri ascoltando le loro storie, telefonando alle famiglie, visitandoli continuamente.
Ci entri in punta di piedi, con voce sottile, ma con orecchie grandi che servono per ascoltare storie che si depositano nella testa e nel cuore.
Impari a costruire un archivio mentale dove raccogliere nomi, fatti, immagini, volti.
Un archivio che non ha orari di ufficio, che non ha orari, pulsa nella tua memoria e nei tuoi pensieri ripetutamente.
E' da ieri che in questo archivio continua a passarmi nella testa l'immagine di H., detenuto della NH.
Proprio ieri un'altro detenuto mi ha avvisato della sua morte, infarto fulminante, dicono.
Una notizia che mi ha rattristato molto, arrivata come un fulmine a ciel sereno.
Conoscevo H., parlavo e scherzavo con lui, aveva partecipato al gruppo di catechesi dell'anno scorso ed ero entrata in contatto con la figlia, invitandola a far visita a suo padre.
H. era una vecchia presenza nella NH, con un passato pesante e ingombrante, un passato da saper accogliere su spalle forti e robuste..... perché è così che devono essere le tue spalle quando entri in una prigione.
Si è sentito male giocando a calcio, accasciandosi a terra e chiedendo soccorso.
Peccato che non c'è un medico alla NH e i soccorsi arrivano quando il tempo non ha più speranze.
Continuo a ripetere nei discorsi o in qualche riunione perché non esiste un medico in quella prigione con quasi 2000 detenuti, con una voce che cerca di smuovere un indifferenza che si scandalizza per qualche minuto, ma che poi si assopisce e che tace come se niente fosse. Ho chiesto anche a chi di dovere, con gentilezza e cordialità (con le autorità è importante saper dialogare e mediare, soprattutto quando hanno potere), ma la risposta è stata che è Brasilia che non manda medici e che non posso farci niente. Non credo tanto in quel "non farci niente".
Se ci fosse stato un medico sul momento, se ci fosse stato un soccorso immediato forse H. sarebbe ancora vivo? si sarebbe salvato?
Non si possono fare molte domande in certi luoghi, solo accettare le risposte che ti vengono offerte, ma che riempi di dubbi e di indignazione.
Ho una foto fatta con H. in un giorno di messa alla NH, una foto che mi chiedeva sempre di mostrargli, io rimandavo e rimandavo la cosa, ora so che quella foto sarà per sempre mia.
Ciao H.

Mi è venuta in mente questa canzone pensando a lui:
"strade troppo strette e diritte per chi vuol cambiar rotta
oppure sdraiarsi un po'.
Che andare va bene però, ma a volte serve un motivo...un motivo.
Non è tempo per noi e forse non lo sarà mai....."



Direitos dos Presos. Diritto dei detenuti
E' diritto del detenuto avere un assistenza attraverso la figura di persone professionali e specializzate nell'area della salute: medici, infermieri, dentista, psicologo, nutrizionista, altri.
Se per caso fa uso di medicamento, ha a diritto continuare il trattamento.
Chi fa uso di droga ha il diritto in condizioni di astinenza di una trattamento medico adeguato.
"La salute è un diritto di tutti, dovere dello Stato".










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