martedì 18 marzo 2014

Corre il tempo, corre.

Sta correndo il tempo, sta passando in fretta, senza volerlo, a volte anche con distrazione (ma oggi che giorno è? non vi è mai capitato di confondere i giorni...).
Sono passati 3 mesi da quando sono arrivata, a volte mi sembra ieri a volte mi sembra di starci da sempre. Il correre del tempo, dei giorni, delle settimane, dei mesi, è reso chiaro dai nostri pensieri, dai nostri discorsi, dalle nostre attività. Sì, sembra ieri che parlavamo del Natale, delle Novene di casa in casa, della gioia del Mistero, dell'attesa...e ora già stiamo parlando della Pasqua, con un'altro cammino, un'altra attesa, un nuovo "incontro". Corre il tempo, a volte accelera, bisogna premunirsi di una buona cintura di sicurezza!!!...o forse trovare la strategia per saperlo diluire, saperlo rallentare e dividerlo nei momenti giusti, così da non perdere le cose importanti o rischiare di lasciarle per strada.
Il trascorrere del tempo lo vedo anche su di me, se prima pronunciavo poche parole e mi sembrava tutto così incomprensibile, ora parlo molto di più, graças a Deus estou entendendo mais (capisco molto di più) e tutto ciò che mi è attorno, è ora familiare e abituale. Questo per dire che ormai ci sono...sto entrando nella camminata, sto entrando nelle cose, ho lasciato i vecchi vestiti con cui sono partita per indossarne dei nuovi...trovati qui. Certo l'inizio non è stato facile, non è facile trovare un vestito che al primo colpo lo indossi perfettamente (che sorte!!!), qualche aggiustamento bisogna farlo (troppo corto, troppo lungo, qualche aggiustatina qui...qualche ritocco lì...), ma poi la misura la trovi e tu stessa l'hai creata e questo lo vedi col trascorrere del tempo. Anche nei miei appunti lo vedo, ora sono un miscuglio di parole in italiano e in portoghese...così come i pensieri alla fermata dell'autobus, mentre aspetto l'onibus (autobus) per andare in BH (Belo Horizonte) sto iniziando a pensare in lingua portoghese e a volte mi scappano le parole in italiano. Puxa a vida!
Ormai mi muovo da sola, mi sposto da un posto all'altro, vado a piedi, vado in autobus in BH, vado a Itauna (altra città) per il corso volontari APAC (Associazione di protezione e Assistenza ai Condannati) cammino....e sono in "movimento". E mi sono abituata a queste lunghe distanze, due ore per arrivare in BH, molte di più per andare ad Itauna, le attese alle stazioni della rodoviaria....e nelle attese i miei pensieri, in lingua portoghese!
E mi sono abituata alla musica dei miei vicini di casa, a conoscere il loro gusto musicale nei fine settimana, Nossa!!!
E mi sono abituata ai salti sull'autobus quando becca le buche sull'asfalto o quando non becca le buche sull'asfalto...è un continuo saltare!
E mi sono abituata a sventolare il braccio per fermare l'autobus quando passa, perchè se no, non non si ferma!!
E mi sono abituata a vedere i miei piedi bicolor con l'abbronzatura dei chinelos! (infradito).
E mi sono abituata ai vari cafesinho ogni volta che si va di casa in casa, con tanto di lanche (merenda/spuntino) che ti offrono e/o durante le pause nei vari incontri (riunioni, corsi)...sto ingrassando gente!
E mi sono abituata al canto del gallo al mattino e alla notte (il gallo canta a mezzanotte), canta sempre!
E mi sono abituata a sentire le risate della mia piccola vicina di casa, AnaFlavia, la mia piccola amica, guai se non la sento, sono una gioia!
E mi sono abituata a sentire battere il portone e annunciare "Oi de casa", in qualsiasi momento della giornata e ricevere le visite di chi viene a trovarci e soprattutto saperle accogliere, anche quando sei stanca.
E mi sono abituata a vedere le differenze tra periferia e città, a viverle nelle sue contraddizioni, forti e sbagliate, una continua riflessione sul taccuino della mente e del cuore.

     In Agenda:

  • Ho iniziato le visite al carcere di massima sicurezza Nelson Hungria con la Pastoral Carceraria. Ogni terça-feira (martedì) giorno della mia turma (gruppo) entro nei padiglioni accessibili e concordati per le visite. Prima di entrare ci sono attese e controlli da rispettare (identificazione e perquisizione dentro una macchina con raggi x, che sostituisce la vecchia perquisizione a mano, umiliante e imbarazzante, come mi è stato raccontato da chi l'ha vissuta). Dopo aver ricevuto l'ok, si è scortati nel posto da raggiungere e lì, dietro una grata di ferro, in uno spazio piccolo (a seconda di dove si và) avvengono gli incontri con i detenuti. Spesso nel momento del banho do Sol, ora d'aria (due ore di sole/aria nell'arco della giornata, poi cella fino al giorno successivo). Le celle sono piccole e buie, con una finestrella/ buco per fare passare aria e luce (poca, veramente poca!). Ci sono padiglioni dove c'è un solo detenuto per cella e sono riservati a quelli che non possono condividerla con gli altri per ragioni di sicurezza personale e altri con celle, piccole per l'appunto, con un numero maggiore di persone rispetto al dovuto.Purtroppo le modalità di visita alla Nelson Hungria sono cambiate, se in passato si poteva entrare in un patio e stare con i detenuti e avere un contatto diretto, più umano e "fraterno", ora secondo le nuove modalità del carcere, gli incontri avvengono dietro una grata di ferro, in uno spazio piccolo e stretto (a volte siamo in tre o quattro della Pastorale) o addirittura, ma questo a seconda del padiglione dove si và e della pericolosità della situazione, noi in alto e loro in basso e per parlare bisogna urlare, perchè c'è molto rumore, fatto dagli altri detenuti a cui non interessa l'incontro.Non è facile così, non è per niente facile. Le nuove direttive del carcere sono la conseguenza di azioni pericolose avvenute in passato, come il sequestro di alcuni visitatori, minacciati con un arma o la paura di rivolte da parte dei detenuti.Spero che le cose possano cambiare. Per ora scrivo solo questo piccolo flash della Pastorale Carceraria che mi vede impegnata in questa attività, poi quando riuscirò ad avere più tempo e più esperienza, sarà altro.


  • Altra attività in cui sto dando una mano e nella quale sto entrando è la Pastorale da Criança, in particolare nel gruppo di Ipe Amarelo, bairro nel quale vivo. Per ora mi dedico alla visita alle famiglie (e li ti si apre un mondo....condizioni e situazioni di vita di alcune famiglie veramente difficili e precarie) e l'appuntamento mensile del pesare i bambini. Questo è un momento importante dove le famiglie si riuniscono, si sta insieme, c'è il momento della merenda per i bambini, si fa informazione su tematiche che riguardano la cura e l'educazione dei bimbi.


  • Tengo sempre come incontro importante la partecipazione al gruppo "Testimoni di Speranza", gruppo di auto-aiuto per le famiglie e dipendenti chimici. Finalmente il gruppo si è diviso in due: il gruppo dei dipendenti e il gruppo dei familiari.


  • Ho iniziato il corso per volontari APAC (Associazione di Protezione e Assistenza ai Condannati) ogni sabato, per 4 mesi, vado ad Itauna (altra città), andata e ritorno, esco alla 8.30 del mattino per essere là alle 14 e torno alle 20.30 (se tutto va bene) dopo che il corso finisce alle 17, è stancante, ma ne vale la pena. L'APAC mi permette di mettere a confronto la modalità del carcere con la modalità dell'APAC che è una struttura alternativa al carcere stesso, mettere a confronto come è trattato un detenuto in un carcere normale e un detenuto in una struttura APAC , la modalità del punire contro la modalità dell'educare e dell'amare. Quando  entri in un APAC trovi scritto: "Aqui entra o homen, o delito fica fora" (Qui entra l'uomo, il delitto resta fuori). Questo spiega tutto.

                           
                             APAC(Associazione di protezione e Assistenza ai Condannati) di Itauna                                

                                     Incontro Pastoral da Criança a Ipe Amarelo



                                   
                                    Incontro del gruppo "Testemunhas da Esperança"






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