mercoledì 23 dicembre 2015

E se devi abbracciare fallo forte. O non farlo affatto. L'abbraccio è una cosa seria. Se qualcuno mi chiedesse "Qual è il posto migliore in cui sei stato?", risponderei "Un abbraccio, quell'abbraccio". Respiri emozioni che il respiro te lo tolgono. E vuoi tornarci. Vuoi tornarci più volte che si può. Da certi abbracci non ci esci mai abbastanza. Sono attimi che ti cammineranno dentro per sempre. Ti faranno piangere o sorridere. Avrai tante parole o un nodo in gola da non poterne parlare.
A. De Pascalis

Bello questo piccolo testo di De Pascalis, me ne sono innamorata e così ho voluto ritagliarlo e incollarlo tra le pagine dei miei appunti. Sì, l'abbraccio è una cosa seria. Nell'abbraccio ti puoi riposare, ti puoi ricaricare, ti puoi sostenere, ti puoi donare.
L'abbraccio può superare anche le barriere di una grata di ferro, che ostacola sì, ma che non ferma il desiderio di volersi bene e ringraziarsi. Le braccia in qualche modo arrivano al cuore, nonostante quella barriera non permetta di appoggiare la testa per riposarsi uno sulla spalla dell'altro.
Certi abbracci nascono così, come oggi alla penitenziaria NH, per dirsi "grazie" per dirsi "Buon Natale e...buon compleanno" , abbracci sinceri che fanno piangere o sorridere.
Mi sto rendendo conto di quanto il mio servizio missionario nella pastorale carceraria sta entrando sempre di più nella mia vita, quanto tempo ci sto dedicando e di come questo sta occupando sempre di più i miei pensieri. Ci metto me stessa in questa battaglia per cercare di cambiare un'idea di carcere che non sia solo punitivo, ma al contrario educativo, che rispetti i diritti umani e che aiuti nella recuperazione dei detenuti. Detenuti/e che non sono scarto della società, ma uomini e donne capaci di cambiare, di recuperare la propria vita e di renderla migliore. Pagare la propria colpa senza umiliazioni, violenze, ma con dignità e rispetto, perché è questo che deve insegnare la società.
Ognuno cresce solo se è sognato diceva Danilo Dolci, se è valorizzato, stimato e amato.
Saper abbracciare aiuta a fare anche questo, ma solo se è fatto seriamente, se è un abbraccio sincero e carico di quei sogni che aiutano a crescere.
E in prigione c'è bisogno di tanti abbracci, soprattutto di quelli che aiutano a perdonare e perdonarsi.


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