Scene di vita quotidiana, piccole fessure sul quotidiano....
come quando decidi di risolvere il problema dell´acqua della doccia che non scende, ristagna nello scarico, ti armi di attrezzi e soluzioni e allucinata scopri la causa!
Un topo morto infilato dentro al tubo, incastrato per alcuni giorni al suo triste destino e alla nostra triste e macabra scoperta, con tanto di urla e facce basite. Ecco perché l´acqua non scendeva!
L´ultima volta era rimasta incastrata una lucertola, fortunatamente viva, piú carina di certo del topo. Di topi per le strade se ne vedono tanti, eccome!...ma in bagno fa un certo effetto, ospite non gradito!
In alcuni quartieri le fogne sono delle vere e proprie discariche a cielo aperto, con simpatici e grossi animaletti grigi dalle lunghe code, che popolano con piacere questi territori.
Le periferie urbane non hanno un´aspetto di eleganza e sicurezza, sono spaccati di mattoni, calce, tubature precarie e incomplete, lasciate ai margini dell´interesse della prefettura.
Nelle periferie non si ha voglia di investire, ne di mettere a posto qualche cosa, non sono luoghi di passeggio o di importanza sociale. Nelle periferie ci sono cittadini di serie B, con le loro vite sgangherate, di poca importanza per quelli di serie A, che vivono dall´altra parte della barricata.
Non importa se le fogne contemplano il cielo o se l´immondizia fa da padrona nelle strade, al posto di graziose e profumate aiuole, non importa educare, valorizzare, i margini devono rimanere margini e rispettare quegli stupidi e insensati confini creati da sistemi che disumanizzano e categorizzano le persone.....cittadini di serie B con tubature attaccate con nastro adesivo, cittadini di serie A con idromassaggio e piastrelle firmate Richard Ginori!
Mi chiedo se in questo nostro mondo non stiamo arrivando a creare cittadini di cerie C, gli ultimi degli ultimi, orrore!
In questi giorni é freddo! ...proprio freddo! Le temperature scendono a 10/15 gradi, qui in questa parte di Brasile Sud. Siamo in inverno, inverno mineiro,
Come sempre mi prendo il mio bel raffreddore, accompagnato da tosse e naso che cola di continuo, ma non sono l´unica é il male di tutti in questo periodo.
Nonostante le temperature i miei vicini di casa continuano ad andare in giro in infradito e pantaloncini, che meraviglia! vorrei avere lo stesso spirito di intraprendenza! Al contrario, mi alterno con i miei due maglioni di lana, gli unici due che ho. Uno pensa al Brasile come paese che fa sempre caldo....e sbaglia!
Addirittura in Curitiba la temperatura é calata a 7 gradi! Nossa que frio!
Siamo al Sud e fa freddo. Ricordiamoci che qui le cose funzionano all´incontrario, al Nord il grande caldo (quello che amo) al Sud qualche gocciolina di neve o qualche maglioncino di compagnia.
Con questo freddo penso ai detenuti della NH, l´altro giorno un ragazzo mi ha detto che si lavano con l´acqua fredda, non esiste acqua calda. Poche coperte e una divisa rossa di telo leggero, con solo una felpa per proteggersi. Chi si prende malattie da raffreddamento non é curato o le medicine che i familiari consegnano non arrivano nei tempi giusti. Se penso all´umiditá di quelle celle fredde, buie, piccole, il raffreddore dell´anima di certo non passa, anzi aumenta. Chiedo sempre se hanno delle coperte sufficienti a disposizione, perché se la risposta é No, vado a reclamare con chi di dovere, almeno questo lo posso fare. Piú coperte per tutti!!!!
Consoliamoci con il fatto che qui l´inverno dura poco, molto poco, ancora qualche mese di pazienza e poi riprendiamoci quei raggi di sole che riscaldano quei vecchi e ammuffiti muri penitenziari.
Io e la mia cattiva abitudine di lasciare gli occhiali sul letto...crak...ultimo suono!
Potevo non sedermici sopra!...claro que sim!
Abbiamo ripreso il circolo biblico domenicale, era rimasto fermo per alcuni mesi, In questi giorni ho insistito molto per cercare di riattivarlo, coinvolgere le persone che partecipavano e valorizzarne
l´importanza. Mi sono offerta di sostiuire, temporaneamente, chi lo conduceva, che a causa di una malattia non riusciva piú a portarlo avanti. Oggi é riniziato e sono contenta.
Nel gruppo si condivide la Parola di Dio, si condividono i fatti della vita, si riflette sulla nostra realtá e il quotidiano a partire dalla Parola. Tutto con molta semplicitá e umiltá.
Ed é questa semplicitá che a volte ci fa uscire un pó fuori dai binari, arrivando a racconti che prendono tutta un´altra piega, ma é bello lo stesso perché é la Vita che parla e che ritorna poi a quel centro da dove si era partiti, la Parola. A volte si fanno delle grandi danze coi pensieri, si prendono rincorse, scorciatoie o discese, ma tutto con un suo significato. Qui le persone partono sempre dalla loro esperienza personale e ce ne é da raccontare, per questo le grandi danze dei pensieri....é la Vita che parla, che danza con parole che nascono dalla nuda terra, ognuno con la sua melodia o passo.
Ed é vero, ci si perde un pó in quei ritmi cosí diversi, ma riconducibili, poi, a quell´unico ritmo che batte all´unisono nel cuore di tutti, la Parola e attraverso lei ascoltare i battiti del cuore di Dio.
Sto usando un vecchio computer di casa, che credo abbia pochi anni di vita ormai, si inceppa, le lettere sulla tastiera si leggono appena, l´apostrofo esiste e non esiste...digito, ma non esce fuori. Il mio pc é rimasto in Italia, una dimenticanza che sto pagando, aimé, a caro prezzo!
Foto, documenti, tutti dentro a quella scatolina nera.
Devo aspettare settembre per riaverlo, attraverso un amico che tornerá in Italia.
Intanto la salvezza con un vecchio computer, con i suoi tasti logori e stanchi.
domenica 5 luglio 2015
venerdì 19 giugno 2015
Bello tornare e sapere che ti stavano aspettando.
Bello tornare ed essere chiamata per strada per sapere quando riprende Spazio Esperança....pittura su panno coi ragazzi/e....stanno aspettando di ricominciare.
Bello tornare e riabbracciare le mie piccole vicine di casa.
Bello tornare e aspettare l´inizio della prossima settimana per riprendere le attivita´ lavorative (tornare in carcere, tornare nei gruppi che ho sempre seguito)
Bello tornare e ritrovare la gatta solitaria che abbiamo adottato.....non se ne e´ andata!
Bello tornare e sapere di inizare una nuova convivenza comunitaria.....nuove persone con noi!
Bello tornare e sapere che ormai queste strade ti sono familiari.
Bello tornare e avere nuove idee.....intanto sono idee.
Bello tornare e riniziare il circolo biblico nel gruppetto di donna Zita.
Bello tornare e salutare le persone.
Bello tornare ed essere salutata da chi non sai chi e´.
Bello tornare e sapere che mentre sei alla Polizia Federale per dichiarare che hai lasciato la richiesta di rinnovo del visto in Italia, l´agente federale ti comunica che il visto e´ arrivato, finalmente!!
(a posto fino al 1 dicembre 2016)
Bello tornare e sapere di poter usare il computer di Lourdes, visto che il mio e´ rimasto in Italia...assieme alla domanda di rinnovo del visto....e sapere che nella vita Comunitaria quello che e´ mio e´ tuo e quello che e´ tuo e´ mio......condivisione!
Bello tornare e riprendere a leggere in portoghese.
Bello tornare e sapere che se anche il tuo portoghese e´ un po´ sbilenco, le persone, ormai abituate a te, non ci fanno piu´ caso e ti parlano come se niente fosse, fluidamente!
Bello tornare e riprendere i ritmi di prima (piu´ o meno)...sveglia alle 4 o alle 5 del mattino, per prendere un autobus pieno di gente che va a lavorare e sentirti parte di un tutto....vivere la realta´ dura degli abitanti di Nova Contagem....e di ritorno addormentarti su quei sedili di autobus rotti e sgangherati e accorgerti che non sei la sola che sta dormendo.
Bello tornare e continuare ad esserci...ad essere qui.
Mi e´ stato detto, anzi ci e´ stato detto, di non passare piu´ per una scorciatoia, vicino casa nostra, quella che facevo sempre per andare alla Casa Comboniana, perche´ hanno aperto un´altra boca de fumo e ci si puo´ trovare nel mezzo di una sparatoria, regolamento di conti. Il bairro e´ peggiorato, stanno aumentando i luoghi di spaccio con rivalita´ tra gruppi e vendette legate ai debiti.
Alcune settimane fa hanno ammazzato un ragazzo, proprio qui nella nostra Comunita´.
Questa e´ tra le notizie del mio ritorno meno bella, ma maledettamente e tristemente reale.
Ma quel "bello tornare e continuare ad Esserci" lo mantengo, anche se le brutte notizie possono sporcarlo, rimane forte perche´ accompagnato dal senso della condivisione e della mia scelta missionaria, esserci nelle periferie del mondo, nonostante tutto.
Bello tornare ed essere chiamata per strada per sapere quando riprende Spazio Esperança....pittura su panno coi ragazzi/e....stanno aspettando di ricominciare.
Bello tornare e riabbracciare le mie piccole vicine di casa.
Bello tornare e aspettare l´inizio della prossima settimana per riprendere le attivita´ lavorative (tornare in carcere, tornare nei gruppi che ho sempre seguito)
Bello tornare e ritrovare la gatta solitaria che abbiamo adottato.....non se ne e´ andata!
Bello tornare e sapere di inizare una nuova convivenza comunitaria.....nuove persone con noi!
Bello tornare e sapere che ormai queste strade ti sono familiari.
Bello tornare e avere nuove idee.....intanto sono idee.
Bello tornare e riniziare il circolo biblico nel gruppetto di donna Zita.
Bello tornare e salutare le persone.
Bello tornare ed essere salutata da chi non sai chi e´.
Bello tornare e sapere che mentre sei alla Polizia Federale per dichiarare che hai lasciato la richiesta di rinnovo del visto in Italia, l´agente federale ti comunica che il visto e´ arrivato, finalmente!!
(a posto fino al 1 dicembre 2016)
Bello tornare e sapere di poter usare il computer di Lourdes, visto che il mio e´ rimasto in Italia...assieme alla domanda di rinnovo del visto....e sapere che nella vita Comunitaria quello che e´ mio e´ tuo e quello che e´ tuo e´ mio......condivisione!
Bello tornare e riprendere a leggere in portoghese.
Bello tornare e sapere che se anche il tuo portoghese e´ un po´ sbilenco, le persone, ormai abituate a te, non ci fanno piu´ caso e ti parlano come se niente fosse, fluidamente!
Bello tornare e riprendere i ritmi di prima (piu´ o meno)...sveglia alle 4 o alle 5 del mattino, per prendere un autobus pieno di gente che va a lavorare e sentirti parte di un tutto....vivere la realta´ dura degli abitanti di Nova Contagem....e di ritorno addormentarti su quei sedili di autobus rotti e sgangherati e accorgerti che non sei la sola che sta dormendo.
Bello tornare e continuare ad esserci...ad essere qui.
Mi e´ stato detto, anzi ci e´ stato detto, di non passare piu´ per una scorciatoia, vicino casa nostra, quella che facevo sempre per andare alla Casa Comboniana, perche´ hanno aperto un´altra boca de fumo e ci si puo´ trovare nel mezzo di una sparatoria, regolamento di conti. Il bairro e´ peggiorato, stanno aumentando i luoghi di spaccio con rivalita´ tra gruppi e vendette legate ai debiti.
Alcune settimane fa hanno ammazzato un ragazzo, proprio qui nella nostra Comunita´.
Questa e´ tra le notizie del mio ritorno meno bella, ma maledettamente e tristemente reale.
Ma quel "bello tornare e continuare ad Esserci" lo mantengo, anche se le brutte notizie possono sporcarlo, rimane forte perche´ accompagnato dal senso della condivisione e della mia scelta missionaria, esserci nelle periferie del mondo, nonostante tutto.
lunedì 15 giugno 2015
Pronti, partenza.....torniamo!
Lascio questa terra italiana per la seconda volta, portandomi dietro il profumo del gelsomino, un profumo che ha fatto da cornice per tutto il mio soggiorno in Italia.
Il profumo del gelsomino per me rappresenta il profumo di "casa" e il suo odore apre la scatola dei ricordi.
Ovunque andassi mi capitava sempre di incontrare quei piccoli fiori bianchi, simili a stelle o a gocce color latte, adagiati sopra un morbido tappetto di foglie verdi....il profumo del gelsomino, profumo intenso, dolce, delicato, profumo della primavera e dell'estate....profumo di casa.
Sono volate queste 5 settimane, sembra che il tempo abbia preso una lunga rincorsa per lanciarsi direttamente alla data di partenza, un salto in lungo animato da incontri e impegni.
Ma anche se è volato via, gli sono corsa dietro e tra un aereo, un treno, una metropolitana e un autobus, gli sono stata alle calcagna, tenendo fede, piacevolmente fede, agli incontri fissati.
E' stato bello e importante incontrare i gruppi dei laici, importante il rivedersi, il parlare, il confrontarsi, il condividere e l'abbracciarsi....e con alcuni il conoscersi!
Importante il dialogo e la costruzione di un cammino, che crea unità, crea quel NOI che è la base del lavorare insieme e dell'ESSERCI come Famiglia Comboniana, ricordando che la missione non è più legata ad un luogo geografico. Missione è in ogni dove, in ogni luogo, è nella nostra quotidianità e vita, missione è una scelta di Amore e testimonianza di Dio, qui, come altrove.
Io mi sono sentita in famiglia e tra amici in ogni gruppo visitato ed è per questo che ringrazio Tutti e a Tutti dico: arrivederci!
Grazie al gruppo di Milano, mio primo incontro e testimonianza.
Grazie al gruppo di Bologna, il mio gruppo, la mia casa, la mia famiglia, il mio appoggio.
Grazie al gruppo di Palermo, dove ho ricevuto una bella testimonianza di vita e di missione, per me è stato importante.
Grazie al gruppo di Lecce, alla loro accoglienza, amicizia, alla condivisione del nostro incontro domenicale assieme a padre Michele Tondi, missionario in Colombia.....grazie a Filippo e ai suoi bimbi della scuola elementare.
Grazie a Marco e Mariagrazia, per la cena e agli amici del gruppo di Venegono passati a salutarmi.
Peccato, ma veramente peccato per il tempo così ristretto.
Un bocca al lupo a Barbara e al suo progetto di partenza...audacia e tenacia erano due parole care al Comboni, aggiungo coraggio e passione per coltivare e costruire i progetti, ricordando di tenere i piedi sempre ben piantati a terra.
Grazie ad Antonio che mi ha permesso di incontrare gli studenti del liceo Sabin di Bologna. Pensavo di non esserne all'altezza, invece è stata una meraviglia.
Grazie anche al Centro Missionario di Bologna, buon lavoro e buona continuazione.
Che dire....il Grazie è per tutti...il Grazie va a tutti, anche ai padri Comboniani incontrati nel mio cammino italiano.
Mi spiace per chi non sono riuscita a vedere, ma sarà per la prossima, intanto prepariamoci a ripartire, a camminare insieme, a lavorare insieme e....pronti, partenza, si torna!
Estamos juntos!
.......mi porto dietro quel profumo di gelsomino.....
Lascio questa terra italiana per la seconda volta, portandomi dietro il profumo del gelsomino, un profumo che ha fatto da cornice per tutto il mio soggiorno in Italia.
Il profumo del gelsomino per me rappresenta il profumo di "casa" e il suo odore apre la scatola dei ricordi.
Ovunque andassi mi capitava sempre di incontrare quei piccoli fiori bianchi, simili a stelle o a gocce color latte, adagiati sopra un morbido tappetto di foglie verdi....il profumo del gelsomino, profumo intenso, dolce, delicato, profumo della primavera e dell'estate....profumo di casa.
Sono volate queste 5 settimane, sembra che il tempo abbia preso una lunga rincorsa per lanciarsi direttamente alla data di partenza, un salto in lungo animato da incontri e impegni.
Ma anche se è volato via, gli sono corsa dietro e tra un aereo, un treno, una metropolitana e un autobus, gli sono stata alle calcagna, tenendo fede, piacevolmente fede, agli incontri fissati.
E' stato bello e importante incontrare i gruppi dei laici, importante il rivedersi, il parlare, il confrontarsi, il condividere e l'abbracciarsi....e con alcuni il conoscersi!
Importante il dialogo e la costruzione di un cammino, che crea unità, crea quel NOI che è la base del lavorare insieme e dell'ESSERCI come Famiglia Comboniana, ricordando che la missione non è più legata ad un luogo geografico. Missione è in ogni dove, in ogni luogo, è nella nostra quotidianità e vita, missione è una scelta di Amore e testimonianza di Dio, qui, come altrove.
Io mi sono sentita in famiglia e tra amici in ogni gruppo visitato ed è per questo che ringrazio Tutti e a Tutti dico: arrivederci!
Grazie al gruppo di Milano, mio primo incontro e testimonianza.
Grazie al gruppo di Bologna, il mio gruppo, la mia casa, la mia famiglia, il mio appoggio.
Grazie al gruppo di Palermo, dove ho ricevuto una bella testimonianza di vita e di missione, per me è stato importante.
Grazie al gruppo di Lecce, alla loro accoglienza, amicizia, alla condivisione del nostro incontro domenicale assieme a padre Michele Tondi, missionario in Colombia.....grazie a Filippo e ai suoi bimbi della scuola elementare.
Grazie a Marco e Mariagrazia, per la cena e agli amici del gruppo di Venegono passati a salutarmi.
Peccato, ma veramente peccato per il tempo così ristretto.
Un bocca al lupo a Barbara e al suo progetto di partenza...audacia e tenacia erano due parole care al Comboni, aggiungo coraggio e passione per coltivare e costruire i progetti, ricordando di tenere i piedi sempre ben piantati a terra.
Grazie ad Antonio che mi ha permesso di incontrare gli studenti del liceo Sabin di Bologna. Pensavo di non esserne all'altezza, invece è stata una meraviglia.
Grazie anche al Centro Missionario di Bologna, buon lavoro e buona continuazione.
Che dire....il Grazie è per tutti...il Grazie va a tutti, anche ai padri Comboniani incontrati nel mio cammino italiano.
Mi spiace per chi non sono riuscita a vedere, ma sarà per la prossima, intanto prepariamoci a ripartire, a camminare insieme, a lavorare insieme e....pronti, partenza, si torna!
Estamos juntos!
.......mi porto dietro quel profumo di gelsomino.....
sabato 23 maggio 2015
"Fai del canto del tuo popolo il ritmo del tuo cammino"
(Pedro Casaldàliga)
......in questi giorni il ritmo del mio cammino è accompagnato da strade a me conosciute, amate, fatte in tante stagioni diverse della mia vita, ma sempre tenute nel cuore della memoria.
Sono in Italia, sono a Milano, poi sono a Bologna (la mia amata città, città che mi ha adottato), poi sarà Palermo, poi Lecce, poi....poi....di nuovo su un aereo per ritornare a camminare fino alla fine del mio percorso, fino alla fine della mia scelta, del mio "si" ad gentes in Brasile.
Cammino in questi giorni, senza fermarmi, incontrando amici, colleghe, persone conosciute, persone nuove, incontrando i gruppi dei laici Comboniani, aprendo braccia e sorrisi.
Il ritmo dei miei passi è accompagnato dalla gioia di questi incontri che mi fanno capire quanto mi sono mancati e quanto, ancora, mi mancheranno.
Sembra di non essere mai partita, tutto è rimasto uguale, quando in Brasile, al contrario, l'imprevedibile è quotidiano. Cambiano i detenuti, cambiano le situazioni, si aggiungono nuovi impegni, notizie, il tempo corre veloce con le sue trasformazioni. Qui il tempo ha lasciato pochi segni, se non le belle novità di vite che nasceranno, di matrimoni che avverranno e di piccole rughe nascoste nei volti. Mi rendo conto di come sono diverse le realtà a cui appartengo, quella della mia cultura e quella dove sono "ospite". A volte ho la sensazione che qui sia primo mondo, anche se primo mondo è una definizione che non mi è mai piaciuta, non esiste un primo, un secondo e un terzo mondo, esiste un mondo, ma anche se la definizione sembra antipatica, rende però l'idea. Tutto è bello, pulito, in ordine, le strade sono buone, gli autobus non sono vecchi, tutto funziona....ma so che è una percezione alterata, perché di problemi ce ne sono anche in Italia e tanti. Eppure mettendo a confronto il bairro dove vivo e certe realtà periferiche del sud del mondo... sì, il confronto è decisamente forte e stupidamente ti viene da dire: "qui è primo mondo".
I primi giorni li ho vissuti con un pò di confusione in testa e con il fastidio di camminare con scarpe chiuse, sentendo la saudade di quegli infradito (chinelo) che mi fanno sentire libera e spontanea, fuori da quei formalismi che le etichette sociali richiedono. Allora il pensiero va a quel popolo con cui sto camminando a piedi nudi dall'altra parte del mondo e di come il ritmo ha tutto un altro suono.
Ma sta a noi saper unire e far incontrare ritmi diversi, a noi la bellezza e la capacità di valorizzarli, nella loro diversità, a noi la composizione delle parole di una canzone che sappia parlare ad ogni popolo della terra, che sappia comunicare quell'Amore eterno ed universale che non ha confini.
Ancora i miei pensieri sono in fase di elaborazione, sto vivendo giorno per giorno (come è mio solito) tutto quello che sto incontrando, assaporando con lo sguardo le vecchie strade di Bologna, i suoi monumenti, i ricordi della mia giovinezza...tanti ricordi....lascio che le mie parole aprano curiosità e interesse a chi a voglia di ascoltare la mia esperienza missionaria e allo stesso tempo io stessa ascolto le esperienze e il lavoro degli altri, frammenti di vite che si ritrovano e si incrociano. Veramente bello!
La felicità è quel NOI che sa condividere e partecipare, che sa ascoltare, che sa costruire, che sa intrecciare, che sa domandare, che sa dialogare e abbracciare.....in qualsiasi parte del mondo.
(Pedro Casaldàliga)
......in questi giorni il ritmo del mio cammino è accompagnato da strade a me conosciute, amate, fatte in tante stagioni diverse della mia vita, ma sempre tenute nel cuore della memoria.
Sono in Italia, sono a Milano, poi sono a Bologna (la mia amata città, città che mi ha adottato), poi sarà Palermo, poi Lecce, poi....poi....di nuovo su un aereo per ritornare a camminare fino alla fine del mio percorso, fino alla fine della mia scelta, del mio "si" ad gentes in Brasile.
Cammino in questi giorni, senza fermarmi, incontrando amici, colleghe, persone conosciute, persone nuove, incontrando i gruppi dei laici Comboniani, aprendo braccia e sorrisi.
Il ritmo dei miei passi è accompagnato dalla gioia di questi incontri che mi fanno capire quanto mi sono mancati e quanto, ancora, mi mancheranno.
Sembra di non essere mai partita, tutto è rimasto uguale, quando in Brasile, al contrario, l'imprevedibile è quotidiano. Cambiano i detenuti, cambiano le situazioni, si aggiungono nuovi impegni, notizie, il tempo corre veloce con le sue trasformazioni. Qui il tempo ha lasciato pochi segni, se non le belle novità di vite che nasceranno, di matrimoni che avverranno e di piccole rughe nascoste nei volti. Mi rendo conto di come sono diverse le realtà a cui appartengo, quella della mia cultura e quella dove sono "ospite". A volte ho la sensazione che qui sia primo mondo, anche se primo mondo è una definizione che non mi è mai piaciuta, non esiste un primo, un secondo e un terzo mondo, esiste un mondo, ma anche se la definizione sembra antipatica, rende però l'idea. Tutto è bello, pulito, in ordine, le strade sono buone, gli autobus non sono vecchi, tutto funziona....ma so che è una percezione alterata, perché di problemi ce ne sono anche in Italia e tanti. Eppure mettendo a confronto il bairro dove vivo e certe realtà periferiche del sud del mondo... sì, il confronto è decisamente forte e stupidamente ti viene da dire: "qui è primo mondo".
I primi giorni li ho vissuti con un pò di confusione in testa e con il fastidio di camminare con scarpe chiuse, sentendo la saudade di quegli infradito (chinelo) che mi fanno sentire libera e spontanea, fuori da quei formalismi che le etichette sociali richiedono. Allora il pensiero va a quel popolo con cui sto camminando a piedi nudi dall'altra parte del mondo e di come il ritmo ha tutto un altro suono.
Ma sta a noi saper unire e far incontrare ritmi diversi, a noi la bellezza e la capacità di valorizzarli, nella loro diversità, a noi la composizione delle parole di una canzone che sappia parlare ad ogni popolo della terra, che sappia comunicare quell'Amore eterno ed universale che non ha confini.
Ancora i miei pensieri sono in fase di elaborazione, sto vivendo giorno per giorno (come è mio solito) tutto quello che sto incontrando, assaporando con lo sguardo le vecchie strade di Bologna, i suoi monumenti, i ricordi della mia giovinezza...tanti ricordi....lascio che le mie parole aprano curiosità e interesse a chi a voglia di ascoltare la mia esperienza missionaria e allo stesso tempo io stessa ascolto le esperienze e il lavoro degli altri, frammenti di vite che si ritrovano e si incrociano. Veramente bello!
La felicità è quel NOI che sa condividere e partecipare, che sa ascoltare, che sa costruire, che sa intrecciare, che sa domandare, che sa dialogare e abbracciare.....in qualsiasi parte del mondo.
giovedì 7 maggio 2015
Le notizie non passano, non circolano, passano quelle sensazionali attraverso i media, che selezionano bene quali far passare e quali no, quali da destinare al grande pubblico e quali ritenute insignificanti.
A me è arrivata questa notizia e la voglio far circolare, far conoscere, perché è importante e la ritengo importante, come tutte le morti che avvengono ingiustamente e mi dispiace se la scrivo in ritardo.
Il 27 Aprile è stato ammazzato con due tiri alla schiena il leader indigeno Eusebio Ka' a apor, forte oppositore del commercio clandestino di legname e dei politici locali che sfruttano la terra indigena per il commercio del legno e per i propri interessi. Eusebio apparteneva al villaggio indigeno Ximborendà, terra indigena Alto Turiaçu, nel Maranhao. Da alcuni anni questo popolo indigeno si era organizzato per fare opposizione a questo tipo di commercio illegale e lucrativo nella la loro terra, con operazioni di espulsione e di denuncia contro chi lo perpetuava e lo permetteva.
Le ritorsioni contro di loro non si sono fatte aspettare, tant'è che da gennaio fino ad oggi, i Ka' a apor vivevano come chi è in carcere, impediti di uscire dai villaggi, aggrediti e minacciati. La Segreteria dei Diritti Umani dello stato del Maranhao e il Ministero Pubblico Federale stanno accompagnando la situazione, ma non si riesce a costruire un piano di presenza istituzionale che permette di far luce ad una vera e propria violenza contro un popolo indigeno che difende la sua terra, così sfruttata e lapidata. Continua a vincere la legge del più forte, del denaro, del profitto, dell'arroganza e della complicità mantenuta da alcuni organi istituzionali al potere.
Due tiri alla schiena, in un'agguato, in modo vigliacco, nel silenzio, per fermare per sempre una vita e la sua lotta per la giustizia.
A me è arrivata questa notizia e la voglio far circolare, far conoscere, perché è importante e la ritengo importante, come tutte le morti che avvengono ingiustamente e mi dispiace se la scrivo in ritardo.
Il 27 Aprile è stato ammazzato con due tiri alla schiena il leader indigeno Eusebio Ka' a apor, forte oppositore del commercio clandestino di legname e dei politici locali che sfruttano la terra indigena per il commercio del legno e per i propri interessi. Eusebio apparteneva al villaggio indigeno Ximborendà, terra indigena Alto Turiaçu, nel Maranhao. Da alcuni anni questo popolo indigeno si era organizzato per fare opposizione a questo tipo di commercio illegale e lucrativo nella la loro terra, con operazioni di espulsione e di denuncia contro chi lo perpetuava e lo permetteva.
Le ritorsioni contro di loro non si sono fatte aspettare, tant'è che da gennaio fino ad oggi, i Ka' a apor vivevano come chi è in carcere, impediti di uscire dai villaggi, aggrediti e minacciati. La Segreteria dei Diritti Umani dello stato del Maranhao e il Ministero Pubblico Federale stanno accompagnando la situazione, ma non si riesce a costruire un piano di presenza istituzionale che permette di far luce ad una vera e propria violenza contro un popolo indigeno che difende la sua terra, così sfruttata e lapidata. Continua a vincere la legge del più forte, del denaro, del profitto, dell'arroganza e della complicità mantenuta da alcuni organi istituzionali al potere.
Due tiri alla schiena, in un'agguato, in modo vigliacco, nel silenzio, per fermare per sempre una vita e la sua lotta per la giustizia.
martedì 5 maggio 2015
1 dicembre 2013 la partenza per il Brasile....6 maggio 2015 il mio arrivo in Italia per un in piccolo saluto. Ebbene sì, faccio un piccolo salto dall'altra parte dell'oceano per rivedere e incontrare i gruppi dei laici in Italia, gli amici e la famiglia. Un piccolo salto, per poi ritornare qui in Nova Contagem, qui nel Minas Gerais e al mio lavoro missionario, che so che mi mancherà per un pò.
Oggi ho fatto le ultime visite nel carcere della NH, salutato alcune persone con un abbraccio e un arrivederci a presto, perché torno, torno sì, con certezza.
Sarà che sento un pò di tristezza a lasciare le cose qua.....ma!...sarà!
La mia valigia è stata fatta all'ultimo minuto, di mio non porto niente, lascio tutto qua, la valigia è piena solo di panni dipinte dalle donne del bairro e borse fatte a mano da donna Zezè, tutte cose cose da lasciare al gruppo dei laici e agli amici di Bologna, sono i frutti del lavoro degli spazi di artigianato delle donne che seguiamo nella Casa Comboniana "Justiça e Paz".
Oggi sarà una lunga notte che vedrà la nascita di un nuovo giorno in Europa, con arrivo in Italia nel pomeriggio. Con me un libro che mi ha consigliato un detenuto a cui faccio visita in carcere, sarà la mia compagnia per una notte insonne e carica di emozioni.
Pronti, partenza.....andiamo!
Ciao!!!!!
Atè logo!
Oggi ho fatto le ultime visite nel carcere della NH, salutato alcune persone con un abbraccio e un arrivederci a presto, perché torno, torno sì, con certezza.
Sarà che sento un pò di tristezza a lasciare le cose qua.....ma!...sarà!
La mia valigia è stata fatta all'ultimo minuto, di mio non porto niente, lascio tutto qua, la valigia è piena solo di panni dipinte dalle donne del bairro e borse fatte a mano da donna Zezè, tutte cose cose da lasciare al gruppo dei laici e agli amici di Bologna, sono i frutti del lavoro degli spazi di artigianato delle donne che seguiamo nella Casa Comboniana "Justiça e Paz".
Oggi sarà una lunga notte che vedrà la nascita di un nuovo giorno in Europa, con arrivo in Italia nel pomeriggio. Con me un libro che mi ha consigliato un detenuto a cui faccio visita in carcere, sarà la mia compagnia per una notte insonne e carica di emozioni.
Pronti, partenza.....andiamo!
Ciao!!!!!
Atè logo!
lunedì 4 maggio 2015
Só peço a Deus
Due sono stati gli incontri dove ho partecipato nel mese di aprile e maggio.
Il primo il 26 di Aprile, incontro CEB (Comunità Ecclesiali di Base).
Ogni anno ci si incontra in una parrocchia per rinforzare e riflettere sul cammino delle Comunità di Base della diocesi di Belo Horizonte, momento di riflessione, di laboratori, di spiritualità.
Il tema era Chiesa e Società (Campagna della Fraternità di questo anno), con sottotitolo "un clamore di giustizia sta nell'aria".
Diritti Umani, riforma politica, cittadinanza, di questo si è parlato nella giornata che ha visto coinvolta quella base fatta di persone/popolo che rappresenta e da vita alle Comunità, fondamenta di questa chiesa brasiliana.
Si è iniziato omaggiando i martiri per la giustizia, chi ha dato la propria vita in difesa della Vita contro ogni potere economico, politico, di classe, di etnia, leggendo i loro nomi ad alta voce e facendo memoria, la nostra memoria e accanto a questi nomi, altre lotte di questa storia passata e presente, di ieri come di oggi con i Popoli Indigeni, i Quilombolas, i Sem Terra, i Seringueiros e todos excluidos che lottano ogni giorno contro l'oscurità generata dall'ingiustizia.
Attraverso un percorso storico, 1985- 2015, si sono rivisitate le tappe importanti del cammino di questo paese con i suoi pro e contro, di come dal 1985 al 2012 circa 24,5 milioni di persone sono uscite dalla povertà e 13,5 milioni sono uscite dalla povertà estrema. L'aumento del salario minimo, l'accesso alle facoltà per le persone povere, indigene, negre, una maggiore inclusione sociale.
Nelle ultime tre decade l'indice di sviluppo umano è cresciuto, portando il Brasile a migliorare le proprie condizioni e superando gli altri stati dell'America Latina. Questi i pro e i contro?
I contro continuano a far da padrone, a non permettere sonni tranquilli e a generare notti oscure come l'aumento dell'inflazione nel 2014, la bassa crescita economica (solo 0,1% nel 2014), l'aumento dei prezzi, la corruzione endemica, le riforme agraria e politica che ancora non si sono attuate, la terzerizzazione e privatizzazione che minacciano i diritti dei lavoratori, le disuguaglianze sociali/economiche ancora molto forti, la violenza e la criminalità organizzata.
I contro continuano a far da padrone, a non permettere sonni tranquilli e a generare notti oscure come l'aumento dell'inflazione nel 2014, la bassa crescita economica (solo 0,1% nel 2014), l'aumento dei prezzi, la corruzione endemica, le riforme agraria e politica che ancora non si sono attuate, la terzerizzazione e privatizzazione che minacciano i diritti dei lavoratori, le disuguaglianze sociali/economiche ancora molto forti, la violenza e la criminalità organizzata.
E noi in tutto questo? dove stiamo e come c'entriamo?
La società si trasforma con la presenza della gente, con la riflessione della gente, con la responsabilità della gente, accettando i problemi e le sfide, senza mettere le mani in tasca, lottando per difendere quei diritti fondamentali che danno dignità e rispetto per ogni essere umano. Noi e la nostra responsabilità, uscire da una cultura della paura e dell'insicurezza, da una cultura dell'individualismo e dell'opportunismo, da una cultura del viagra e del rivotril di questo nostro secolo e avere il coraggio di lavorare per trasformare e attuare cambiamento....cambiamenti.
Educazione etica, cittadinanza, corresponsabilità, diritti e doveri, queste le tematiche del piccolo laboratorio di discussione dove ho partecipato, con uno sguardo alla realtà brasiliana e al suo indice di violenza e crimine sempre molto alto. Nelle Comunità di base, nel lavoro delle pastorali sociali si parte dalla base, da noi, dalla gente per lavorare e saper trasformare i problemi in un'ottica di giustizia e pace, di responsabilità, di partecipazione, di interesse e impegno per le cause sociali, per questa nostra società, per questo mondo. In questo nostro incontro, in questa nostra base che crea le fondamenta, la gente prega, riflette, lavora insieme, ricordando di essere "sale" e "luce" in questa terra, la nostra vita, il nostro coraggio, la nostra fede, le nostre azioni come testimonianza di questo cambiamento. Lo diceva bene Gandhi: "Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
E' vero che le Comunità di base si sono indebolite, qui in Brasile, quasi in "via di estinzione", la forza è diminuita e le sfide sono altre rispetto al passato, ma ci sono, c'è una base che continua, che ci crede, con una perseveranza e un impegno che alimenta questo cammino.
E' vero che le Comunità di base si sono indebolite, qui in Brasile, quasi in "via di estinzione", la forza è diminuita e le sfide sono altre rispetto al passato, ma ci sono, c'è una base che continua, che ci crede, con una perseveranza e un impegno che alimenta questo cammino.
1/2/3 maggio incontro regionale in S. João del Rei della Pastorale Carceraria.
Hanno partecipato 107 persone provenienti da tutte le equipe della regione Est del Minas Gerais.
Tema: Chiesa e Società. Per un mondo senza prigione.
Un assemblea per rivedere e discutere il lavoro della pastorale carceraria, momento di partecipazione collettiva delle varie equipe. "Estive preso e vieste a visitar".
Si è parlato della legge PEC 171, della riduzione della maggiore età penale (dai 18 ai 16 anni), di come questa non è la soluzione alla violenza e alla sicurezza pubblica. Un NO concordato nella nostra assemblea. Le prigioni sono sovraffollate, un terzo della popolazione nel Minas è detenuta ingiustamente e non è abbassando l'età che si realizzano politiche pubbliche a favore della popolazione e della sicurezza. Per non parlare, poi, del rischio di collocare un adolescente in una prigione con adulti. Il sistema carcerario è un sistema perverso, disumano, violento, anticristiano, corrotto, praticamente è un sistema fallito. Non educa, non rieduca, non "salva", ma punisce e umilia. Nella maggior parte delle prigioni si trovano persone di colore, povere, con un grado di istruzione bassa, provenienti dalle periferie delle grandi città.
Sappiamo bene che i grandi "pesci" non nuotano in questo mare, non si trovano in quelle celle.
Altro problema e pericolo è la privatizzazione delle prigioni, incarcerare in massa persone per farle lavorare per le aziende che finanziano le carceri, in cambio di manodopera a basso costo.
Nel Minas c'è un progetto che prevede la costruzione di 4 prigioni finanziate da privati.
NO alla mercificazione dei detenuti.
Si è denunciata la violenza della polizia militare, denunce anche da parte di organizzazioni umanitarie che indicano la polizia brasiliana come quella che più uccide, rispetto ad altri paesi. E' compito della pastorale carceraria denunciare ogni tipo di sopruso che lede e mette in pericolo la vita dei detenuti e non rispetta i diritti umani. Un detenuto perde solo due diritti: la libertà e il diritto politico (votazione), tutti gli altri devono essere garantiti e rispettati.
Abbiamo parlato del progetto della giustizia restaurativa da parte di alcuni avvocati che lavorano nella pastorale carceraria in S. Paulo, di come questa metodologia permette di avvicinare la parte lesa con chi ha commesso il crimine, i familiari e/o la persona con il detenuto. Un lavoro delicato, difficile, sofferto, ma che permette di smantellare quell'odio che genera odio, rivelando che le persone non sono mostri, ma persone.
Visto il numero elevato dei partecipanti, una parte di noi si è adatta alla situazione, dormendo per terra su vecchi materassi, in una stanza comune, dividendo bagni e spazi. Questo tipo di esperienza ci ha portato a pensare ai detenuti, alla loro condizione e se per noi si è trattato solo di due giorni, per loro il tempo è molto, molto più lungo, per alcuni ha il sapore di infinito.
C'è stata una canzone che ci ha accompagnato e che ha fatto da cornice alle nostre riflessioni, una canzone incontrata e cantata in tutte due gli incontri, ed è questa:
Io chiedo solo a Dio
che il dolore non mi sia indifferente
che la morte non mi incontri un giorno
solitario senza aver fatto quello che avrei voluto
Io chiedo solo a Dio
che l'ingiustizia non mi sia indifferente
poi non posso dare l'altra guancia
se già sono stato picchiato brutalmente
Io chiedo solo a Dio
che la guerra non mi sia indifferente
è un mostro grande e schiaccia forte
tutta la fame e innocenza di questa gente
Io chiedo solo a Dio
che la menzogna non mi sia indifferente
se un solo traditore ha più potere di un popolo
che questo popolo non dimentichi facilmente
Io chiedo solo a Dio
che il futuro non mi sia indifferente
senza fuggire disilluso
per vivere una cultura differente
La gente trasforma il mondo amando.
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