venerdì 26 dicembre 2014

Il Natale qui ha il sapore dell'estate che sta per iniziare, ha il colore del cielo azzurro, ha il sudore delle camminate sotto un sole caldo e luminoso.
Non esiste il freddo se non per la televisione e la neve solo nei films! 
Babbo Natale, qui, non scende dai camini, ma dalle palme da cocco con infradito havaianas ai piedi, pantaloncini corti e maglietta colorata.
Il Natale qui ha il sapore e l'odore del churrasco (carne arrostita allo spiedo) con cerveja (birra) il tutto condito con musica ad alto volume da parte dei vicini.
Ha l'immagine del bejaflor (piccolo passero) che beve dal bevitore, a forma di fiore, appeso nel nostro giardino, ha l'immagine delle farfalle e libellule che si rincorrono a vicenda, niente renne o orsi polari su locandine pubblicitarie.
Il Natale è, anche, la messa con i detenuti e le detenute dell' APAC, è condivisione, è momento di festa con chi ha ferite ancora aperte nell'anima.
Il Natale è bello passarlo con loro...oggi, come gli altri giorni dell'anno.
Qui il Natale non è fatto di pacchi regali, ma di auguri spontanei vissuti nella semplicità di un bairro di periferia, con abbracci, sorrisi e benedizioni per il nuovo anno.
Il Natale ha, anche, il sapore della saudade per le persone care lontane....la famiglia e gli amici.

.....il natale è anche il pranzo buono fatto da Lourdes e il panettone dei padri Comboniani!!!!

Feliz Natal, ora e per sempre nel cuore.

domenica 21 dicembre 2014

20 dicembre


E' vero, sto invecchiando. Ho soffiato la mia prima candelina in terra brasiliana, ma anche le  candeline che aumentano la mia età anagrafica. E' bello imparare a crescere.
Questa canzone è l'augurio che mi faccio per avere forza di soffiarne altre e di continuare a diventare "grande" senza avere vergogna di essere felici.
....questa è la vita ed è bella, ed è bello!



Gonzaguinha "o que è o que":

Ho la purezza
Di risposte dei bambini
Questa è la vita, è bella ed è bello

Vivere e non avere la vergogna di essere felici
Canta (e cantare e cantare)
La bellezza di essere uno studente permanente
Oh mio Dio, lo so, lo so
Che la vita dovrebbe essere migliore e sarà
Ma che non si ferma di ripetere
E 'bella, è bella ed è bello

Vivere e non avere la vergogna di essere felici
Canta (e cantare e cantare)
La bellezza di essere uno studente permanente
Oh mio Dio, lo so, lo so
Che la vita dovrebbe essere migliore e sarà
Ma che non si ferma di ripetere
E 'bella, è bella ed è bello

E la vita?
E la vita è quello che diciamo qui, mio ​​fratello?
E 'il battito di un cuore?
Lei è una dolce illusione?
Ma la vita?
Lei è meravigliosa e sta soffrendo?
E 'gioia o rimpianto?
Ciò che è, ciò che è mio fratello?

Alcuni parlano di vita delle persone
E 'una cosa al mondo
E una goccia, è un momento
Che termina in un secondo,
Alcune persone mi dicono che si tratta di un divino
Mistero profondo
E 'il respiro del Creatore
Un atteggiamento pieno d'amore
Tu dici di combattimento e piacere;
Egli dice che la vita è da vivere;
Lei dice che è meglio morire,
Per esso non è amato
E il verbo soffrire.

So solo che mi fido della ragazza
E la ragazza ho messo la forza della fede
Stiamo facendo la vita
Come possono o vogliono dare o

Sempre desiderato
Per la maggior parte che è sbagliato
Nessuno vuole la morte
Solo la salute e fortuna

E la questione ruota
E la testa scuote
Ho la purezza
Gli risposta di bambini
Questa è la vita, è bella ed è bello

Vivere e non avere la vergogna di essere felici
Canta (e cantare e cantare)
La bellezza di essere uno studente permanente
Oh mio Dio, lo so, lo so
Che la vita dovrebbe essere migliore e sarà
Ma che non si ferma di ripetere
E 'bella, è bella ed è bello


domenica 14 dicembre 2014

...io e Carlos....

Io e Carlos...mi piaceva questo titolo! ma chi è Carlos?
Lui è Carlos Mesters padre è fondatore della lettura popolare della Bibbia, frate carmelitano di origine olandese, da anni missionario in Brasile, sua seconda patria/casa.
La Bibbia in mano al popolo, non più per i pochi "eletti", teologi, "illuminati", non più filtrata dalle interpretazioni già fabbricate dagli studiosi e chierici, ma a partire dal basso, da quel basso che rappresenta la terra, la polvere della storia, che rappresenta quella umanità che sempre è stata tenuta ai margini, calpestata e dominata con il sapere altrui.
Una lettura della Bibbia che parte dalla Vita, dalla Storia e dalla Parola, dalle situazioni concrete. S.Agostino diceva che Dio ha scritto due libri: la Vita e la Bibbia. 
Il primo libro scritto da Dio è la Vita, il secondo è la Bibbia. 
La Parola si trasforma, prende forma, respira, quando si incarna nella Vita delle persone, quando parla dentro la Storia. Se la Parola non cade in una terra fertile, se non cade nella vita della gente, nella realtà nella quale vive, rischia di diventare sterile. 
Quando si parla di popolare si parla di persone che hanno come principale riferimento il vissuto, la propria quotidianità, la vita nei suoi diversi aspetti (sociali, politici, economici) e da lì partire per percepire che la Parola di Dio è qualcosa che fa parte della sua storia. 
Ecco allora, il popolo che acquisisce coscienza critica della propria situazione e che da semplice oggetto dell'azione pastorale, diventa soggetto di azione trasformatrice.
Grazie Carlos!!!


Incontro per festeggiare i 30 anni del CEBI (centro ecumenico di studi biblici) nel Minas Gerais, in quell'occasione la partecipazione di Mesters, un uomo semplice, umile e molto simpatico, con una eleganza dialettica di straordinaria bellezza.

                                          ....io e Carlos....



                                          ...que bom que você veio!

                                          Carlos Mesters
                                       
                                          gruppo del CEBI di Contagem che ho frequentato

                                          ...io e la mia amica argentina Agostina!...selfie!!!!


....e percebi que viver a palavra 
é colocar os nossos pés no chão.

....e ho capito che vivere la parola
è collocare i nostri piedi nella terra.

giovedì 11 dicembre 2014

...non so se mi dicono la verità, io so che racconto una mia verità e che mi porto come testimonianza. Porto una parte di me là dentro, sincera e veritiera
e so anche che quando dico che incontro l'uomo e non il suo crimine, che incontro la persona e non il suo delitto, che l'uomo è più grande del suo sbaglio...ecco che incontro occhi che diventano lucidi, diventano rossi e pieni di commozione.
Ecco, è questa la verità che incontro con loro, con alcuni detenuti.
Le parole si possono inventare, si possono creare castelli costruendo una parola sopra all'altra, ma le emozioni no, quelle sono vere e trasparenti.
E quegli occhi rossi e lucidi parlano da soli, parlano di un umanità che ancora c'è e che ha solo bisogno di essere incontrata e "toccata".
 So che il mondo che  sto conoscendo, quello della prigione, è un mondo difficile, contorto, violento, sofferto, scuro e anche falso, perché non sempre si racconta la verità e a volte sento la pesantezza di tutto questo, così come quando ti raccontano, inaspettatamente, la colpa commessa, ma quegli occhi e quella commozione mi bastano per credere in quello che sto facendo, nel credere che bisogna andare al di là del giudizio e pregiudizio, nel credere che quella umanità fatta di sensibilità e fragilità bisogna  saperla ascoltare, accogliere e incontrare.
E quando mostri questo, quando impari a fare questo...allora sì, ecco che la verità si incontra nella sua umanità, al di là delle parole.

"C'è un tempo dove bisogna abbandonare i vestiti usati, che già hanno la forma del nostro corpo e dimenticare i nostri cammini che ci portano sempre agli stessi luoghi. E' il tempo dell' Attraversare e se non osiamo farlo potremmo rimanere fermi per sempre ai margini di noi stessi".
(Fernando Pessoa)

...imparare ad attraversare quei margini che ci impediscono di conoscere altri "luoghi".













lunedì 8 dicembre 2014

Uno spazio tutto per sé.....

Oggi abbiamo festeggiato la chiusura di fine anno dei tre gruppi di pittura su panno: il gruppo di donne del lunedì della Casa Comboniana, il gruppo di donne nei locali del Cecom in collaborazione con il gruppo di S. Gabriel, il gruppo di adolescenti del venerdì pomeriggio nello spazio Esperança (che seguo).
 Dicembre è un pò il mese della "resa dei conti", ossia la chiusura dell'anno, dove si valuta quello che è stato,  quello che poteva essere,  quello che sarà, ma soprattutto è  un momento per ringraziarci, ringraziarci del lavoro svolto, dei momenti vissuti assieme e darsi appuntamento al prossimo anno.
Le donne che partecipano in questi gruppi di pittura (o artigianato) sono donne che hanno alle spalle forte situazioni di marginalità e vulnerabilità, spesso con problemi di depressione o violenza domestica. Gà in questo mio blog ho presentato, nei post precedenti, l'importanza di creare spazi e luoghi dove potersi incontrare, socializzare, parlare, soprattutto per  donne che vivono situazione di forte marginalità e se è possibile imparare qualcosa di bello, come un lavoro di artigianato che possa aiutare anche economicamente (vendita dei prodotti).
Il "mio piccolo gruppo"  del venerdì pomeriggio, invece, è formato in prevalenza da adolescenti, era nato per le mamme che partecipano nella Pastoral da Criança, solo che il gruppo si è allargato e hanno iniziato a frequentarlo alcuni adolescenti del bairro. Anche qui è un momento di socializzazione/ aggregazione, lontano dalla strada dove si corre il rischio di cadere nella droga e nella violenza, realtà triste del bairro. Raquel che è l'insegnate di artigianato, segue tutte e tre i gruppi, dedicandosi volontariamente con passione e dedizione a queste donne, ragazze/i. Si sposta da un bairro all'altro, per insegnare e condividere con loro momenti di creatività, di racconti, di amicizia. 
Non sempre in casa si ha la possibilità di parlare e a volte i silenzi rimangono come macigni nell'anima. Ecco, allora, uno spazio di donne tutto per sè...uno spazio dove ci si incontra, dove si parla, dove il silenzio,se esiste, non fa paura, ma accoglie e aiuta ad ascoltare e ascoltarsi. 


                                          Il nostro incontro.....











                                Maria Luisa e Mayra del mio gruppo spazio esperança 


                                       Camilla del gruppo spazio esperança


                                       padre Adriano




                                       Raquel, Lourdes e Margarete


......."uno spazio tutto per sé".....

 
...che pena ho cancellato involontariamente le foto dove sono con le ragazze del mio piccolo gruppo di spazio esperança....la tecnologia non fa per me, anche in questo mio taccuino digitale faccio dei gran macelli. Pazienza! 

domenica 7 dicembre 2014


Il  5 e 6 dicembre c'è stato l'incontro annuale dei laici missionari Comboniani qui in Contagem, hanno partecipato anche Marco e Valentina, italiani in missione nel Maranhão e padre Alcides, provinciale dei Comboniani in Brasile.
Sono stati due giorni di riflessione, di partecipazione, di incontro e soprattutto di condivisione e di amicizia (Marco e Vale).
Come pensare la missione oggi? come sta procedendo la nostra camminata missionaria? Sfide, problemi, soluzioni....ognuno con la sua riflessione, ognuno con il suo racconto e la sua storia. Diversi sono gli ambiti nei quali siamo inseriti e diverse le realtà nella loro specificità: periferia qui in Contagem, causa indigena in Rondonia, realtà rurale in Piquia ( Maranhão), Mozambico, animazione missionaria in Curitiba.
Quello che condividiamo e che sentiamo è che missione non è un fare, ma soprattutto un essere e uno stare. Stare con la gente, con il popolo, nelle "periferie" del mondo, con un impegno che parte dalle nostre vite, da noi stessi. Come diceva Gandhi " Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo".
Tutto parte da noi e dalla scelta di Amore che facciamo, dalle nostre responsabilità, dal nostro impegno, dalle nostre lotte per cambiare tante ingiustizie, ingiustizie che fanno male al cuore e che calpestano la Vita in ogni sua forma, don Milani diceva:"a che servono le mani pulite se si tengono in tasca"...già! a che servono?!
Missione sì, è una scelta di Amore e un Esserci in questo Amore e forse aiutarlo a metterlo in "circolo", come diceva una canzone di Ligabue: "...metti in circolo il tuo amore..."
Difficile certo, tante le lotte che ci accompagnano, i problemi, le difficoltà, ma senza desistere, senza arrendersi, provarci sempre, fino in fondo...."e se vale la pena rischiare, io mi gioco anche l'ultimo frammento di cuore" .

I giorni che tracciano questo mese, sono giorni di avvento, giorni di attesa, attesa di un bambino che cambiò il mondo e che ci insegnò a cambiarlo con Lui. Il mio coraggio, la mia speranza, la mia forza  nascono da lì, da quegli insegnamenti, da quello Spirito che soffia nella storia



 piccolo ricordo da portare a casa (fatto da me e Lourdes), dentro a questa scatolina
delle semente. Che tipo di semente voglio essere nella mia vita?


  Lmc: Lourdes, Joao, Valdeci, Richardson, Marco, Valentina, Io, Guillerma,
Cristina, Alejo e famiglia, Rose e Joao, Marcelo, Adelia, Flavio, Scharliman
 ...in questa foto non ci sono tutti. Con noi qui padre Adriano.





 
              Io, Marco e Valentina




...a piedi nudi....


Lourdes








....e pensando a quella canzone di Ligabue che dice: