mercoledì 21 maggio 2014

Teatri di vita

E' stato bello l'incontro di martedì del gruppo Testemunhas da Esperança. E' venuto Reginaldo un signore di 50 anni che per anni ha vissuto per strada, con problemi di alcool e droga. Reginaldo dimostra molto di più dell'età che ha, ha un corpo consumato dalla vita e un viso pieno di rughe. Ogni ruga racconta un ricordo difficile, di dolore, solcato sulla pelle, come un tatuaggio. Ci ha parlato di sé e della sua esperienza attraverso il teatro, ha messo in scena per noi un parte della sua vita, quella buia, oscura, piena di lance che trafiggono il petto. E' stata forte la sua rappresentazione e quelle "lance" hanno toccato il cuore, facendoci "sanguinare" un pò tutti: chi ha visto il riflesso di se stesso, chi di un familiare, chi come me, lo sta incontrando nei racconti delle persone e nelle scene di vita per la strada. Poi ha parlato Osmarina, madre di un figlio che sta uscendo dalla droga. In lei la lancia del passato ha fatto sanguinare un pò di più e ha raccontato. Osmarina ha vissuto per strada con figli e marito, trafficante, drogato, violento, ricercato, morto con tredici colpi di pistola, un esecuzione in piena regola. Mai avrei immaginato il suo trascorso, lei così allegra, socievole e sempre pronta a parlare. C'è un mondo dietro ad ogni persona che nemmeno immaginiamo. Ognuno ha le sue lance e le sue ferite, ognuno le sue reliquie del passato che si porta dietro. Sono storie importanti che sto ascoltando e conoscendo, storie che aiutano a saper guardare in profondità lo spessore della vita, a saperla rispettare anche nei suoi lati oscuri. Ben vengano questi piedi nudi, privi di scarpe, via i calzari, via tutto ciò che non ci permette il contatto nudo con la terra, con la vita, con le sue storie, con le persone, per camminare con delicatezza senza far male, senza portare peso, senza aver paura di inciampare o danneggiare, coi nostri passi,  quelle reliquie "sacre" che appartengono a chi incontriamo.

......il teatro è stato protagonista anche in un altro momento...

Oggi pomeriggio messa di Pasqua alla Nelson Hungria (carcere), terminata con una rappresentazione teatrale da parte di alcuni detenuti. Fa sempre un pò effetto partecipare alla messa nel carcere. Ti trovi davanti a tanti detenuti, con la loro divisa rossa, liberi da grate e sbarre di ferro, in luogo diverso dalla propria cella, senza mani e piedi legati, ci si siede accanto, vicini, si condivide, si canta, anche se il tutto è controllato da poliziotti incappucciati e con tanto di fucile in mano, pronti a sparare se succede qualcosa.
In carcere sta nascendo un piccolo gruppo di teatro seguito da alcuni professori che danno lezione.
La performance che hanno messo in scena è stata veramente bella, piccola, semplice, ma carica di emozioni: gli attori che erano agitati (timidezza da palcoscenico), noi pubblico (detenuti e gruppo della pastorale carceraria) in "religioso" silenzio e attenzione. Il tema era sulla Pasqua, sul significato della Resurrezione e della Rinascita. Una croce grande, di legno, sul palco. Significativo in un contesto simile.
Durante i ringraziamenti da parte del gruppo di teatro, un detenuto ha parlato di un compagno, apprezzandolo per il suo sforzo e impegno nel lavoro svolto, nonostante avesse da pochi giorni perso il padre, lui commosso si è messo a piangere. Tanta tenerezza dentro una divisa rossa. Tante le emozioni ricevute e provate oggi......e ieri con il gruppo Testemunhas da Esperança, posso solo dire: Obrigada meu Deus.

Lunedì è finito il corso di lingua portoghese per stranieri all'UFMG (Università Federale del Minas Gerais), può sembrare strano...mi può sembrare strano... ma sono passata al livello successivo, ora posso iscrivermi a intermediario 2. Nossa!!...daje che jefamo!

Nessun commento:

Posta un commento